Un gruppo di cittadini spinge per creare un nuovo comitato di opposizione alla riapertura dell’impianto di San Sago di Tortora. La decisione dopo la bocciatura del Tar ai ricorsi contro l’autorizzazione a riprendere le attività nel depuratore di rifiuti liquidi pericolosi e non a due passi dal fiume Noce.
“L’impianto di San Sago potrebbe tornare a funzionare, con tutto quello che ne conseguirebbe in termini di rischio per l’ambiente e per la salute dei cittadini: è ora di rinnovare l’organizzazione di opposizione a questa evenienza, nella maniera più trasversale possibile”.
Sulla base di questo assunto, alcuni cittadini del territorio della Valle del Noce, al momento coordinati da Antonio Ponzi, residente a Tortora, spingono per la formazione di un nuovo soggetto che possa lottare contro la riapertura del depuratore di rifiuti liquidi pericolosi e non in località San Sago.
Appena ieri, da queste pagine, abbiamo fornito gli ultimi aggiornamenti sull’annosa vicenda: con diverse proprie recenti sentenze – abbiamo scritto -, il Tar della Regione Calabria ha respinto i ricorsi presentati dal Comune di Tortora e da altri comuni calabresi e lucani per bloccare l’autorizzazione (Aia, ndr) a riprendere le attività dell’impianto, situato a San Sago, frazione del comune di Tortora, a breve distanza dal fiume Noce.
Il sito industriale – lo ricordiamo – è fermo da anni, dopo il sequestro eseguito nel 2013 dalla guardia di finanza per ipotesi di reati ambientali. In seguito, l’impianto è stato dissequestrato, ma le attività non sono mai riprese a causa dell’opposizione, nelle sedi giudiziarie, dei comuni della Valle del Fiume Noce, al confine tra Calabria e Basilicata, oltre che di associazioni ambientaliste e per la legalità.
In tutti questi anni, la lotta contro la riapertura è stata condotta in primo piano dalle amministrazioni comunali di Tortora che si sono succedute nel tempo, spalleggiate da alcuni dei comuni del territorio a cavallo delle province di Cosenza e Potenza, e da sigle ambientaliste, confluite tutte poi nel Comitato per la Difesa del fiume Noce.
I cittadini che, dopo la bocciatura del Tar calabrese, stanno lavorando alla creazione di un “nuovo comitato”, affermano: “Bisogna prendere coscienza, senza distinzioni di colori politici e di appartenenza, che siamo ad un punto di non ritorno. Forze governative e noi cittadini dobbiamo unirci per riappropriarci di quella fetta di territorio così martoriata dall’uomo.
Facciamo appello alla popolazione dei comuni interessati per formare un nuovo comitato, che sia quanto più traversale possibile e soprattutto animato dall’attaccamento al territorio”.
A breve, fa sapere il coordinatore Antonio Ponzi, sono previsti incontri per raccogliere adesioni e condividere strategie di intervento.
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