Il “Re del pesce” Franco Muto, capo dell’omonimo clan di ‘ndrangheta, tornerà in carcere su decisione del tribunale di sorveglianza. Da febbraio scorso, il boss scontava ai domiciliari presso la sua abitazione di Cetraro 18 dei 20 anni di pena per associazione per delinquere di tipo mafioso.
Il tribunale di sorveglianza di Catanzaro ha deciso per il ritorno in carcere di Franco Muto, l’82enne boss dell’omonimo clan di Cetraro, egemone su tutto il Tirreno cosentino, e che si trovava agli arresti domiciliati presso la propria abitazione.
Lo si apprende da un articolo di Arcangelo Badolato su Gazzetta del Sud onilne.
Il riesame ha ritenuto che le condizioni di salute del vecchio boss siano migliorate tanto da essere quindi compatibili con il regime carcerario.
Come è noto (leggi qui), Franco Muto stava scontando ai domiciliari a Cetraro i circa 10 anni di reclusione che gli restano da scontare dei 20 complessivi inflittigli nel 2021 dalla Corte d’appello di Catanzaro per associazione per delinquere di tipo mafioso.
Questo perché la Procura generale della Corte d’Appello di Catanzaro e i magistrati di sorveglianza di Cosenza e di Sassari avevano accolto l’istanza dell’avvocato Michele Rizzo, difensore del boss, e sospeso l’ordine di carcerazione nella casa circondariale di Tempio Pausania, in Sardegna.
Le autorità avevano prorogato la detenzione domiciliare in attesa della decisione del tribunale di sorveglianza di Catanzaro, arrivata infine nelle scorse ore stabilendo il ritorno in carcere per Franco Muto. Il boss è ora detenuto nel carcere di Secondigliano, a Napoli.
Ad Ansa Calabria l’avvocato Michele Rizzo ha reso noto di avere già presentato ricorso alla Corte di Cassazione contro la decisione del Tribunale di sorveglianza del capoluogo calabrese.
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