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Autovelox sequestrati sulle strade della provincia di Cosenza

Nel mirino della polizia autovelox T-Exspeed v 2.0: apparecchi sequestrati sulla Ss 107, Ss 106 e sulla Sp 234 in provincia di Cosenza. La Polizia di Stato avrebbe accertato “mancata omologazione e assenza del prototipo del sistema di rilevamento”.

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Alcuni Autovelox sono stati sequestrati dalla polizia stradale oggi, lunedì 29 luglio 2024, lungo le strade provinciali della provincia di Cosenza.

Gli apparecchi presunti irregolari erano dislocati lungo la

  • Strada statale 107 Silana Crotonese, arteria provinciale che parte da Paola, attraversa Cosenza incrociandosi con l’autostrada Salerno Reggio Calabria e termina Crotone;
  • Sp 234;
  • Strada statale 106 Jonica, che si estende per 480 chilomteri da Reggio Calabria a Taranto.

La questura di Cosenza chiarisce che ci sono degli indagati da ritenersi presunti innocenti in considerazione dell’attuale fase del procedimento fino ad un definitivo accertamento giudiziale. Il legale rappresentante della società appaltatrice è stato deferito in stato di libertà per il  reato di frode nella pubblica fornitura.

Il reato contestato sarebbe quello di frode nella pubblica fornitura. La polizia di Stato ha eseguito un sequestro preventivo emesso dal Gip di Cosenza su richiesta dalla Procura della Repubblica di Cosenza che ha coordinato le indagini.

Queste ultime si sono concentrate sull’illegittimità del sistema di rilevamento delle violazioni della velocità effettuate con la strumentazione denominata T-Exspeed v 2.0, con postazioni fisse per il rilevamento della velocità sia media che puntuale.

“Una indagine lunga, complessa ed articolata irta di ostacoli in considerazione della  delicatezza della materia e delle implicazioni economiche che riguarda detto settore”, si legge in una nota della questura.

Già nei mesi scorsi, altri autovelox erano stati sequestrati lungo le strade della provincia di Cosenza, anche sul Tirreno cosentino. L’operazione di oggi – è stato spiegato – si innesta in una ampia indagine che ha riguardato tutta Italia, con sigilli apposti alla strumentazione in vari comuni e città quali Venezia, Vicenza, Modena, Reggio Emilia, Pomarico, Cerignola, Pianezza, Piadena, Formigine, Arcola, Carlentini, San Martino in Pensiliis.

“Gli accertamenti effettuati – ancora la polizia – hanno consentito di appurare la mancata omologazione e l’assenza del prototipo del sistema di rilevamento, elementi indispensabili per accertare la legittimità delle violazioni rilevate da tali sistemi, di proprietà di società private che vengono date in noleggio a enti locali, con il rischio concreto di danno erariale nel caso di ricorso da parte di utenti a cui spesso i giudici aditi riconoscono oltre l’annullamento del verbale anche il risarcimento delle spese.

La sicurezza stradale risulta come obbiettivo principale dell’attività della Polizia Stradale, ma questo deve viaggiare di pari passo con la necessaria legittimità della strumentazione utilizzata, come peraltro affermato di recente dalla Suprema Corte di Cassazione con sentenza 3335/2024, che ha confermato l’ipotesi di reato già individuata dalla Polizia Stradale e per cui è stato emesso il predetto provvedimento cautelare”.

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