Un detenuto protagonista di una nuova aggressione ad un agente di polizia penitenziaria nel carcere di Paola. Il sindacato Sappe denuncia la situazione insostenibile e chiede interventi urgenti.
Ancora sangue e violenza nel carcere di Paola. Un detenuto ha aggredito un agente di polizia penitenziaria durante l’apertura di una cella, afferrandolo al collo e spingendolo per diversi metri.
Come riporta Salvatore Panaro, vicesegretario regionale per la Calabria del Sindacato autonomo polizia penitenziaria, l’aggressione è avvenuta “proditoriamente e senza alcun motivo”. Il detenuto, che sembrerebbe avere problemi psichiatrici, è stato poi bloccato grazie all’intervento di un altro detenuto e di un agente.
Nonostante la prontezza dell’intervento, l’agente è rimasto ferito. Fortunatamente, le sue lesioni non sono gravi. Ma la vicenda non è finita qui. Il detenuto che era intervenuto in difesa dell’agente è stato a sua volta aggredito da altri detenuti. Un episodio che, secondo Panaro, “assume un carattere di gravissima rilevanza”.
Il sindacato autonomo di polizia penitenziaria denuncia ancora una volta la situazione insostenibile delle carceri italiane, in particolare di quelle calabresi. “Occorre che i detenuti violenti vengano trasferiti immediatamente fuori regione – afferma Panaro -. Negli ultimi tempi stiamo assistendo ad un cambiamento sociale, dove il male è visto come bene e viceversa, dove all’esterno del carcere il reato è cattivo ed all’interno chi ha commesso reato sia buono. È giunto il momento di dire basta al finto buonismo”.
Il Sappe chiede al Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria e agli organi competenti di intervenire con urgenza per garantire la sicurezza degli agenti di polizia penitenziaria. “Valuteremo ogni forma di tutela anche in sede giudiziaria dei colleghi aggrediti e minacciati”, conclude Panaro.
Donato Capece, segretario generale del Sappe, parla di una “situazione penitenziaria regionale e nazionale che fa, ogni giorno di più, emergere la tensione che è non più latente ma palese ed evidente. Bisogna intervenire con celerità, a tutela dei poliziotti penitenziari – afferma Capece -. Nel solo primo quadrimestre del 2024, nel Distretto penitenziario calabrese ci sono stati 236 casi di resistenza e ingiuria a pubblico ufficiale, 76 agenti feriti“.
Il Sappe chiede l’inasprimento delle pene per i detenuti che aggrediscono gli agenti e la tolleranza zero nei confronti della violenza in carcere. “Serve, forte ed evidente, la presenza dello Stato, che non può tollerare questa diffusa impunità – conclude Capece -. Servono provvedimenti urgenti ed efficaci“.
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