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Reati elettorali ed estorsione: 14 misure cautelari contro cosca Araniti di Reggio Calabria

14 persone indagate dalla Direzione distrettuale Antimafia di Reggio Calabria per vari reati di tipo mafioso ed elettorali. Il provvedimento del tribunale di Reggio Calabria è stato eseguito su richiesta della locale Procura della Repubblica ed eseguito dai carabinieri. Tra gli indagati ma non destinatari di misura cautelare anche il sindaco e un consigliere comunale di Reggio Calabria, oltre al capogruppo di Fratelli d’Italia nel Consiglio della Regione Calabria.

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Associazione di tipo mafioso, estorsione aggravata dal metodo mafioso, reati elettorali, corruzione per atto contrario ai doveri d’ufficio, falsità materiale e ideologica commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici.

Questi i reati per i quali sono indagate 14 persone nell’ambito di un’indagine sulla operatività e sulle attività delittuose della cosca Araniti di Sambatello e diretta dalla Direzione distrettuale antimafia e antiterrorismo di Reggio Calabria e che ha documentato l’esistenza di gravi e concordanti elementi.

Tra gli indagati dell’inchiesta, ma non destinatari di misure cautelari, figurano anche il sindaco di Reggio Calabria, Giuseppe Falcomatà, del Partito democratico, il capogruppo di Fratelli d’Italia nel consiglio regionale, Giuseppe Neri, e il consigliere comunale di Reggio Calabria Francesco Sera, del Pd.

L’ipotesi di reato a carico di Falcomatà, Neri e Sera è scambio elettorale politico-mafioso. Per Neri e Sera, la Dda di Reggio aveva chiesto l’arresto, ma il Gip non ha accolto la richiesta. Nessuna richiesta, invece, era stata fatta per Falcomatà.

Quest’ultimo ha dichiarato che chiarirà “nelle sede opportune” ogni circostanza, dicendosi “pienamente rispettoso dell’attività della magistratura, per la quale nutro piena fiducia”.

Le indagini sono partite nel 2019 e hanno messo in luce il condizionamento delle elezioni per il rinnovo del Consiglio Regionale della Calabria nel 2020 e nel 2021 e del Consiglio Comunale di Reggio Calabria nel 2020.

In particolare – spiegano gli inquirenti – uno degli indagati raggiunto da provvedimento restrittivo prossimo alla cosa degli Araniti si è avvalso della complicità di alcuni scrutatori per procurarsi le schede di cittadini impossibilitati a votare e ha espresso preferenze a favore di candidati di suo interesse. Lo stesso, all’esito positivo delle elezioni dei politici interessati ha ottenuto da loro nomine nell’ambito di enti pubblici o come professionista esterno.

Le indagini hanno inoltre disvelato le attività estorsive in danno di appalti pubblici e l’ingerenza nella conduzione della discarica di Sambatello: qui, la cosca Araniti imponeva alle ditte che la gestivano personale da assumere. Il controllo del territorio era tale da giungere fino alla limitazione dell’attività venatoria nell’area agreste della frazione.

Nei confronti degli indagati è stata eseguita questa mattina una ordinanza di misure cautelari: 7 in carcere, 4 agli arresti domiciliari e 3 con obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria.

Il provvedimento del tribunale di Reggio Calabria è stato eseguito su richiesta della locale Procura della Repubblica ed eseguito dai carabinieri del Ros con l’ausilio di quelli del comando provinciale di Reggio Calabria e dello squadrone eliportato Cacciatori Calabria.


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