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Tumori, a Paola convegno con focus su mammella e ovaio

Nella sala convegni di Oncologia dell’ospedale San Francesco di Paola si parla novità nei trattamenti medici dei tumori. Appuntamento per mercoledì 22 maggio 2024: responsabile scientifico Gianfranco Filippelli.

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Mercoledì 22 maggio 2024, alle 14 nella sala convegni di Oncologia dell’ospedale di Paola, avrà luogo un incontro medico sul tema: “Il tumore della mammella e dell’ovaio: nuovi orizzonti nel trattamento medico”. Sono previste due sessioni di lavoro che termineranno lo stesso giorno nel tardo pomeriggio.

Il congresso, organizzato dal provider Xenia di Francesca Mazza, ha come responsabile scientifico l’oncologo Gianfranco Filippelli, direttore di Oncologia Medica presso il nosocomio paolano, ed è accreditato su Agenas.

“Il carcinoma mammario metastatico non può essere trattato con finalità di guarigione, anche se la sopravvivenza mediana è relativamente lunga (24-36 mesi). Le sedi più frequenti di metastasi sono tessuti molli (linfonodi e cute), lo scheletro, i polmoni ed il fegato”, si legge nel razionale scientifico.

“Si ritiene comunemente – spiega lo stesso Filippelli – che il trattamento antineoplastico con ormonoterapia e/o chemioterapia sia in grado di prolungare la sopravvivenza, indurre una regressione tumorale e una riduzione dei sintomi nella maggior parte dei casi, nonché migliorare la qualità della vita.

Le risposte anche complete hanno comunque una durata limitata. Più linee terapeutiche con farmaci differenti possono essere impiegate in successione tenendo conto che le probabilità di regressione tumorale e la durata della risposta si riducono con l’evoluzione della malattia. Anche per le recidive esclusivamente locoregionali deve essere adottata una terapia medica antineoplastica: provvedimenti terapeutici locali possono comunque contribuire al controllo locale della malattia”.

In alcuni studi la combinazione tra trattamento locale radicale e terapie mediche determina una lunga sopravvivenza, anche se in piccole percentuali. “La scelta del trattamento dei tumori tra ormonoterapia e chemioterapia – ancora il direttore di Oncologia medica a Paola – va operata sulla base della conoscenza di dati biologici e clinici, che permettano di definire l’aggressività della malattia e predire la risposta alle terapie quali lo stato recettoriale o gli indici di attività proliferativa del tumore (anche primitivo), l’intervallo libero da malattia fra trattamento della neoplasia primitiva e comparsa delle metastasi, numero e sedi delle localizzazioni metastatiche.

Devono senz’altro essere trattate con chemioterapia le pazienti con malattia aggressiva, rapidamente evolutiva e con localizzazioni viscerali (anche al sistema nervoso centrale), indipendentemente dallo stato recettoriale.

Per quanto riguarda gli altri casi, l’ormonoterapia deve essere considerata per localizzazioni esclusivamente ossee o ai tessuti molli, con lungo intervallo libero e recettori ormonali positivi o sconosciuti anche alla luce di nuove opportunità con gli inibitori delle cicline. Così la chemioterapia che deve essere considerata in caso di breve intervallo libero e recettori ormonali negativi, anche quando le localizzazioni siano non viscerali”.

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