Un’occasione irripetibile per cogliere il palpito dell’umanità nel mondo dei detenuti e per apprendere che tutti dobbiamo liberarci dalle armi dell’arroganza, dell’indifferenza e della superbia, imparando a condividere, anche con chi sbaglia, il prezioso dono della vita, della speranza e del sorriso.
I lunghi corridoi della Casa Circondariale di Paola trasformati, per un giorno, in sale di un ristorante per centottanta detenuti, ospiti speciali de “L’ALTrA Cucina… per un Pranzo d’Amore”. L’evento si è svolto il 20 dicembre scorso nell’istituto penitenziario calabrese, diretto da Emilia Boccagna, in concomitanza con 29 istituti di pena italiani, che hanno aderito alla decima edizione dell’iniziativa, promossa dall’associazione Prison Fellowship Italia Onlus in collaborazione con il Rinnovamento nello Spirito Santo e la Fondazione Alleanza Onlus del RnS, con il patrocinio del Ministero della Giustizia.
“L’ALTrA Cucina… per un Pranzo d’Amore” ha visto il coinvolgimento di due diocesi: Cosenza-Bisignano e San Marco Argentano -Scalea ed è stata curata in modo impeccabile dai rispettivi coordinatori, Francesco Misuraca e Stefania Biancamano.
Superare gli angusti confini dell’egoismo, spogliarsi di tutto ciò che è superfluo e condividere con gli altri la gioia di scoprire insieme i valori della solidarietà e della sana convivenza civile. Lungo questo percorso si sono dipanati i messaggi trasmessi dal cappellano Padre Aurelio Marino, che ha introdotto la cerimonia eucaristica e dall’arcivescovo metropolita di Cosenza-Bisignano, Giovanni Checchinato, che ha presieduto la liturgia, animata dal coro del RnS, in presenza della coordinatrice regionale RnS Maria, Teresa Palmieri.
C’erano anche Don Miguel Arenas, Don Bruno Di Domenico, Don Massimo Donadio, Don Luciano Fiorentino. Un servizio attivo, quello nel carcere di Paola, che si snoda attraverso una virtuosa sinergia tra autorevoli rappresentanti delle istituzioni (che quotidianamente si misurano con le complesse problematiche dei detenuti) e il trionfo dell’amore, che come in questa occasione, ha spalancato, le porte alla spiritualità, all’altruismo, al piacere di vivere insieme. Si tratta di Francesca Marrazzo, magistrato di sorveglianza, Luca Muglia, Garante regionale dei diritti delle persone detenute, Angela Paravati, direttore dell’ufficio del personale e formazione del provveditorato della Calabria e i funzionari dell’istituto, il comune di Paola, rappresentato dal vice sindaco Maria Pia Serranò.
Tutti hanno preso parte con garbo e rispetto all’iniziativa. Una giornata edificante che si può riassumere con le semplici ed efficaci parole del vescovo della diocesi di San Marco Argentano Scalea Stefano Rega che, a fine evento, ha invitato a pregare per i detenuti che devono poter avere una finestra di speranza, una possibilità di redenzione, sottolineando le parole di Papa Francesco “è giusto che chi ha sbagliato paghi per il proprio errore, è altrettanto giusto che chi ha sbagliato possa redimersi dal proprio errore. Non possono esserci condanne senza finestra di speranza, qualsiasi condanna ha sempre una finestra di speranza”.
Il pranzo è stato realizzato dal cuoco Carmelo Fabbricatore, chef di grande levatura, maestro nell’insegnamento dell’arte culinaria, presidente dell’Unione Regionale Cuochi, tesoriere e membro di giunta della Federazione Italiana Cuochi. Fabbricatore è stato affiancato per l’occasione da tre autorevoli e prestigiosi cuochi, Buno Ranuio, Giovanni De Luca e Francesco Spina e da alcuni suoi allievi dell’Istituto d’Istruzione Superiore “Mancini -Tommasi” di Cosenza.
Piatti creativi e degni di stare nelle sale di ristoranti stellati: tortino di patate Igp silane al cuore fondente, cavatelli con crema di zucca, porcini e gocce di tartufo, un petto di tacchino glassato alle prugne con piselli alla francese e per dolce una bavarese ai fichi di Cosenza dop con salsa alla vaniglia e panettone tiepido. Professionalità e semplice umanità, dunque tra sala e fornelli, nel contesto “d’eccezione” dell’Istituto penitenziario di Paola, trasformati per l’occasione in un crocevia di esperienze e di scambio reciproco.
Ad allestire la tavola e a servire i piatti sono stati i volontari del RnS, insieme ai numerosi produttori, organizzazioni, fondazioni, associazioni, tra questi l’Acli (Associazione professionale agricola provinciale di Cosenza) e sponsor privati che, con viva generosità, hanno contribuito al miracolo d’amore.
Questa edizione dei Pranzi di Natale, inoltre si è contraddistinta, per questo aspetto, dalle edizioni precedenti. Per la prima volta, infatti, un istituto scolastico ha contribuito economicamente alla realizzazione del Pranzo.
Si tratta del Liceo classico “Bernardino Telesio” a Cosenza; ogni studente si è autotassato ed è stata così raccolta e devoluta la quota di mille euro per coprire parte delle spese del Pranzo di Natale. Il Pranzo d’amore, però, non è mai un pranzo qualunque.
Accanto agli chef stellati, per una condivisione del companatico, sono scesi in campo personaggi dello spettacolo pronti a mettersi letteralmente al servizio dei detenuti per regalare momenti di sorriso e di spensieratezza. I talentuosi cantanti calabresi, Santino Cardamone ed Eleonora Anania e il brillante attore teatrale e cinematografico, comico amatissimo dal pubblico, Antonio Fulfaro, accompagnato dai suoi brillanti allievi dell’Accademia dell’Ancia, Leonardo Guardia e Alessia Laregina con le loro performance hanno mandato in visibilio i presenti, strappando applausi a scena aperta.
Lo spettacolo è stato presentato, con bravura, simpatia e disinvoltura, dal volontario, Pietro De Biase. Il pranzo d’amore ha offerto ai detenuti un messaggio di coraggio, di speranza, di pace. Un’esperienza davvero straordinaria in cui l’amore tocca i cuori di chi la vive.
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