Le sezioni del Tribunale per i diritti del malato di Lagonegro e Lauria esprimono forte preoccupazione per la situazione che si verrebbe a determinare al Pronto soccorso dell’Ospedale di Lagonegro a seguito delle dimissioni di tutti e sei i medici che ne assicuravano la piena funzionalità.
Le sezioni del Tribunale per i diritti del malato di Lagonegro e Lauria esprimono forte preoccupazione per la situazione che si verrebbe a determinare al pronto soccorso dell’Ospedale di Lagonegro a seguito delle dimissioni di tutti e sei i medici che ne assicuravano la piena funzionalità (leggi qui il fatto).
“Appare addirittura surreale che tutti i medici previsti dalla pianta organica, decidano contemporaneamente di ‘abbandonare’ la struttura lucana a favore dell’ospedale di Sapri”, dichiarano le sezioni del Tdm.
Ci si chiede come sia potuto succedere, come mai non siano state prese contromisure e dunque se ci siano responsabilità politico-amministrative.
Le sezioni Tdm sottolineano che “con il rischio di chiusura del Psa di Lagonegro, la nostra area, già notoriamente disagiata, rimarrebbe priva di un servizio vitale per assicurare la tutela della salute di tutti, come sancito dall’articolo 32 della costituzione.
Preso atto che i vertici aziendali non sono riusciti a interpretare e prevenire quanto stava accadendo – proseguono le sezioni Tdm – sollecitiamo le competenti autorità politico-amministrative da cui dipende l’ospedale di Lagonegro a scongiurare, con immediatezza, il rischio di chiusura del Pronto Soccorso Attivo garantendone, invece, la massima efficienza e qualità del servizio”, affermano.
In merito, rassicurazione, come riportato in un nostro precedente articolo, sono state fornite dal vicepresidente del Consiglio della Regione Basilicata, Francesco Piro.
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Le sezioni del Tribunale diritti del malato ritengono che “tale paventato rischio determinerebbe, inoltre, il depotenziamento dell’intera struttura ospedaliera di Lagonegro con l’effetto di dirottare l’utenza verso strutture sanitarie pubbliche di altre regioni, sottraendo ulteriori risorse finanziarie alla sanità regionale”.
Considerato quanto accaduto, le sezioni TDM ritengono che “le dichiarazioni pubbliche dei responsabili della nostra sanità regionale non rassicurano i cittadini e crediamo neppure gli stessi operatori sanitari”.
Infine, le sezioni “ritengono che l’accentramento sanitario, voluto per abbattere i costi e garantire adeguati livelli prestazionali, non abbia sortito gli effetti attesi, in quanto si sono registrati disfunzioni nei poliambulatori, duplicazione dei costi, appesantimenti burocratici con rilevanti riflessi negativi nelle liste di attesa”.
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