TORTORA

Zafarana di Tortora è Prodotto agroalimentare tradizionale (PAT)

Inserimento nell’elenco tenuto dal Ministero Agricoltura per la Zafarana di Tortora: “Un gioiello culinario di casa nell’Alto Tirreno cosentino”.


La Zafarana di Tortora, il peperone rosso tipico del territorio, è stato inserito dal Ministero delle Politiche agricole, alimentari e forestali nell’elenco dei Prodotti agroalimentari tradizionali (Pat).

Si tratta di un importante riconoscimento: l’elenco, tenuto con la collaborazione delle regioni, contiene infatti prodotti che il ministero promuove a livello nazionale e all’estero. Attualmente sono oltre 5 mila i Pat con la Campania che detiene 580 specialità registrate.

Come rende noto l’associazione Zafarana di Tortora, da tempo impegnata nella promozione dell’ortaggio tradizionale, l’inserimento nell’elenco ministeriale ha seguito un iter partito lo scorso anno e seguito dal dipartimento Agricoltura della Regione Calabria e dall’Azienda regionale per lo sviluppo dell’agricoltura calabrese (Arsac). Per l’associazione, il presidente Giuseppe Limongi e l’associato Marco Antonio Saetta.

“Il riconoscimento come Pat – spiegano gli associati – sottolinea l’importanza di preservare e promuovere questa tradizione gastronomica. Rappresenta motivo di orgoglio e un’eccellenza per l’Alto Tirreno cosentino, sottolineando l’importanza di preservare e valorizzare questo gioiello culinario locale. È molto più di un semplice ingrediente: è un’autentica espressione della passione in cucina della Calabria”.

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La Zafarana di Tortora: un tesoro culinario

Come detto, la Zafarana di Tortora è il nome dialettale del peperone rosso, molto versatile in cucina e dalle ottime proprietà nutritive.

“Un tesoro culinario”, fanno sapere dall’associazione. “Questo ortaggio ha trovato terreno fertile in Calabria grazie al suo clima caldo e ai terreni fertili. È una varietà unica di peperone con una forma a corno di capra e un sapore dolce.

La sua particolarità – viene spiegato – risiede nel processo di essiccazione, un vero e proprio rituale che
trasforma i peperoni in una preziosa polvere. Dopo la raccolta, i peperoni maturi vengono raggruppati in serti ed appesi ad essiccare. Successivamente, vengono cotti nel forno e pestati per ottenere la polvere di Zafarana detta pisata“.

Il punto di forza della Zafarana di Tortora è tra i fornelli, dove trova impiego in una vasta gamma di piatti tradizionali calabresi, sia come portata principale che come condimento.

“Occorre sottolineare – spiegano i rappresentanti dell’associazione – che la Zafarana di Tortora è anche un simbolo di storia e cultura calabrese, con radici che risalgono al XVI e all’inizio del XVII secolo. La presenza di peperoni simili ai serti di Zafarana nel convento francescano della S.S. Annunziata di Tortora, costruito intorno al 1600, testimonia la lunga tradizione di coltivazione ed utilizzo di questo ortaggio”.

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Secondo il gruppo di associati, forti del riconoscimento Pat, ora il prodotto è atteso a un salto di qualità nella sua conservazione e diffusione.

“Guardando al futuro – dicono dall’associazione -, è ora fondamentale continuare a sostenere e promuovere la produzione e l’uso della Zafarana di Tortora. Questo potrebbe includere sforzi per conservare le varietà tradizionali di peperoni e preservare le tecniche di essiccazione artigianale.

Inoltre, la promozione a livello nazionale e internazionale potrebbe aumentare la consapevolezza su questo prodotto eccezionale e contribuire a sostenere le comunità locali che si dedicano alla sua
produzione”.

Andrea Polizzo

Giornalista professionista dal 2010 e blogger. Sin dal 2005 matura esperienze con testate regionali di carta stampata, on-line e televisive. Attualmente collabora con il mensile d'inchiesta ambientale Terre di Frontiera e con il network VicenzaPiù. Ideatore di blogtortora.it, caporedattore e coordinatore di www.infopinione.it.

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