L’impianto di San Sago attenzionato dall’eurodeputato di Fratelli d’Italia Vincenzo Sofo: “Effettuare ulteriori approfondimenti e analisi”.
Vincenzo Sofo, deputato di Fratelli d’Italia al Parlamento Europeo, milanese ma con origini familiari calabresi, ha esposto la questione San Sago al Commissario europeo per l’Ambiente, il lituano Virginijus Sinkevičius.
Il riferimento – come è noto – è all’impianto di trattamento di rifiuti speciali pericolosi e non situato nell’area di San Sago, frazione del Comune di Tortora, a due passi dal torrente Pizinno, affluente del fiume Noce, corso d’acqua che rappresenta il confine tra Calabria e Basilicata.
L’impianto è noto per alcune vicissitudini giudiziarie che ne hanno portato alla chiusura anni fa, ma prossimo alla riapertura mediante nulla osta ambientali in corso di valutazione in particolare presso gli appositi dipartimenti regionali calabresi (clicca qui per consultare centinaia di articoli pubblicati da questa testata sull’argomento).
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“Nei giorni scorsi – ha fatto sapere via Facebook l’eurodeputato Vincenzo Sofo – sono stato in Calabria a incontrare la cittadinanza molto preoccupata per la riapertura di un impianto a San Sago di smaltimento di rifiuti speciali che negli anni è stato oggetto di denunce e di vicissitudini giudiziarie per le conseguenze in termini ambientali e di salute per la popolazione dovute anche a sversamenti illeciti fatti nei paraggi. Stessa inquietudine ho riscontrato nei territori limitrofi della Basilicata.
È evidente – ha aggiunto il politico di Fratelli d’Italia – che gli impianti di smaltimento rifiuti e depurazione siano necessari, ma è altrettanto evidente che la loro presenza debba avvenire nella piena salvaguardia della salute dei nostri cittadini e dei nostri territori e senza comprometterne lo sviluppo soprattutto in aree a vocazione turistica.
Per questo motivo, considerando che l’UE ci dice che la tutela dell’ambiente e della salute pubblica è una priorità, ho esposto la situazione al commissario all’ambiente per chiedere se, prima di procedere con la riapertura, sia il caso di far effettuare ulteriori approfondimenti e analisi da parte di organismi indipendenti in merito allo stato di salute ambientale del sito e delle aree limitrofe, nonchè all’impatto che la riapertura dell’impianto avrebbe sia dal punto di vista ambientale sia da quello del rischio di impulso indiretto ad attività illecite a esse connesse.
Già in passato ho sollecitato infatti la Commissione europea ad agire sul fronte dello smaltimento illegale di rifiuti tossici, chiedendo di prevedere all’interno delle priorità del Recovery Fund e dunque del PNRR lo stanziamento di risorse ad hoc per effettuare una mappatura aggiornata di tutti i siti presenti in Italia, dalla Terra dei Fuochi in Campania alle navi dei veleni nei mari calabresi, e un’opera di bonifica degli stessi”, ha concluso l’eurodeputato.