Indagini partite da Lagonegro su ingente traffico tra Spagna-Olanda e l’Italia. Arrestate 103 persone e sequestrato un quintale di droga.
103 persone arrestate, 84 deferite in stato di libertà, oltre 100 chilogrammi di sostanze stupefacenti sequestrate. Sono i numeri di una indagine antidroga della Direzione distrettuale antimafia di Potenza e dei carabinieri di Lagonegro.
Questa mattina l’Arma ha effettuato in tutta Italia 34 perquisizioni personali, domiciliari e veicolari come epilogo di una vasta indagine partita da lontano e incentrata sulle nuove “vie” dello spaccio individuate dagli investigatori: app di messagistica e social network.
Modalità alternative percorse a causa delle limitazioni agli spostamenti dovuti alla pandemia Covid-19.
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“Per eludere i controlli – spiegano dall’antimafia lucana – i pusher acquistavano la droga tramite dedicati canali presenti sui social network, Instagram, Facebook e Telegram, concretizzando il pagamento con criptovaluta Bitcoin, priva di ogni tracciabilità, e ricevendo la sostanza stupefacente direttamente in casa, consegnata da ignari impiegati dei principali vettori di corriere espresso“.
Lagonegro, principale centro dell’area Sud della Basilicata, è risultato essere il punto di inizio per le indagini, partendo da un sequestro effettuato in fase di lockdown a un giovane del posto: circa un chilogrammo di hashish e marijuana. Le sostanze erano contenute in un plico postale proveniente dalla Spagna e regolarmente consegnato da un corriere autorizzato.
“Proprio tale inusuale modalità di ricezione della sostanza stupefacente – spiega la Dda potentina -, mai riscontrata prima di quel momento, ci ha messo in allarme. I carabinieri di Lagonegro, dopo una minuziosa analisi e una proficua attività d’intelligence, riuscivano a risalire ai mittenti e alle modalità di approvvigionamento della sostanza stupefacente provenienti dalla Spagna, in particolare da Madrid e Barcellona, e dall’Olanda, svelando la ramificata organizzazione che immetteva grandi quantità di stupefacente nell’intera Penisola”.
Da lì in poi sono state monitorate migliaia di spedizioni. Gli ordini avvenivano attraverso canali dedicati su app e social network, ma anche nel cosiddetto darkweb. Per i clienti, la possibilità di visionare la merce prima dell’ordine e valutare i prezzi. Le sostanze ordinate venivano poi spedite con corrieri autorizzati, nascoste in confezioni di generi alimentari cosparse di profumi per confondere i cani antidroga. I pagamenti avvenivano in criptovalute tramite apposite applicazione.
La Dda informa che la mole di spedizioni tracciate ha permesso numerosissimi riscontri: “27 arresti e 23 persone deferite in stato di libertà in Italia del Nord, 27 arresti e 24 persone deferite in stato di libertà in Italia Centrale, 49 arresti e 38 persone deferite in stato di libertà in Italia del Sud e isole”.
Ecco, infine, qualche dettaglio sulla droga sequestrata: “60 chilogrammi di marijuana, 40 chilogrammi
di hashish, 800 grammi di eroina, 800 grammi di cocaina, 200 grammi di ecstasy, 100 grammi di metanfetamine, 100 grammi di ketamina“.