Non accenna a placarsi la polemica sulla Denominazione di origine protetta. la rappresentanza degli agricoltori getta benzina sul fuoco.
Coldiretti Calabria sostiene di avere mosso osservazioni e non ricorsi sulla possibile Denominazione di origine protetta in fase di ottenimento per il cedro.
La precisazione nasce da un botta e risposta avuto dalla rappresentanza degli agricoltori con il Consorzio Cedro di Calabria.
Coldiretti aveva sostenuto la tesi che la Dop dovesse avere un nome più comprensoriale, Dop Cedro della Riviera dei Cedri, come riportato in un precedente articolo.
Il presidente del consorzio Angelo Adduci ha risposto sostenendo la tesi per la quale il procedimento, ancora in itinere, debba essere saldamente ancorato alla Dop Cedro di Santa Maria del Cedro. Ne abbiamo scritto qui.
Molto osservatori hanno interpretato questo scambio di vedute tra le parti come una nota stonata nel processo che dovrebbe portare alla valorizzazione di un prodotto tipico del territorio.
Ma ecco nel dettaglio le precisazioni fornite da Coldiretti Calabria.
“Legittimamente – fa sapere attraverso un comunicato stampa – abbiamo inviato le osservazioni e contributi al disciplinare di produzione della Denominazione di origine protetta”.
Destinatario: il dipartimento ministeriale delle Politiche competitive della qualità agroalimentare e il dipartimento Agricoltura e risorse agroalimentari della Regione Calabria.
“Adduci – prosegue la nota – sa bene che è il percorso che lo stesso consorzio, poche settimane fa, ha divulgato. Le nostre sono osservazioni documentate e non ricorsi come ha detto il presidente del consorzio.
È forse vietato? Non si può certo impedire a un’organizzazione di rappresentanza di partecipare a un processo di costruzione dal basso che, vista la dinamica in cui si articola, tende al miglioramento. La Coldiretti è da sempre favorevole alla Dop del cedro e vuole, come è sua natura, essere propositiva sul territorio rafforzandone l’identità, affinché si realizzi una autentica partecipazione che è centrale, per tutta la filiera, nel prossimo futuro.
Abbiamo ampiamente spiegato il perché delle nostre osservazioni, che ribadiamo vanno nella direzione di allargare per dare rilievo a un territorio omogeneo dal punto di vista storico, culturale, sociale ed economico.
L’allargamento ad altri comuni ha un preciso significato: cercare di non avere finalità conservative, bensì consentire la crescita di territori dove produttori, magari giovani, possano investire, valorizzare o convertire alcuni terreni.
Certo, ci saremmo potuti sottrarre nel proporre le osservazioni, se solo nella fase preparatoria Coldiretti fosse stata coinvolta – aggiunge Colddiretti gettando benzina sul fuoco della polemica -. Così non è stato o non si è voluto fare”.