Dalla lettura del dispositivo proviamo a chiarire cosa è stato stabilito e cosa devono aspettarsi i cittadini interessati alle sorti della struttura.
La recente sentenza del Consiglio di Stato sull’ospedale di Praia a Mare stabilisce l’inottemperanza della struttura commissariale della sanità calabrese rispetto a quanto previsto dal celebre Decreto Sciabica.
Un punto fermo sul quale fare leva per la sete di sanità del territorio dell’Alto Tirreno cosentino in questa intricata vicenda giudiziaria.
Il Decreto Sciabica – lo ricordiamo -, è l’atto fondamentale che prevede quali devono essere i contenuti dell’edificio di località Santo Stefano di Praia a Mare regolarmente inserito in una rete ospedaliera.
Da una direzione sanitaria autonoma a un pronto soccorso di emergenza-urgenza, dai reparti di Medicina generale, Medicina interna, Ortopedia con relativi posti letto, ai servizi di Anestesia e rianimazione, Radiologia, Laboratorio analisi, Farmacia ospedaliera, Emodialisi e fino agli Ambulatori specialistici ospedalieri. (ne avevamo scritto qui)
Abbiamo sentito Francesco Cristiani, avvocato del foro di Paola, e difensore dei comuni di Tortora e Praia a Mare. Ovvero degli enti che hanno impugnato gli atti che, di fatto, sconfessavano quanto contenuto nel Decreto Sciabica. Ci ha spiegato l’importanza di questa sentenza, che abbiamo avuto modo di consultare.
Il peso di questo nuovo, ennesimo pronunciamento del Consiglio di Stato risiede in due punti fondamentali.
In primo luogo, nell’aver riconosciuto un “atteggiamento inottemperante” da parte della struttura commissariale. I commissari che si sono succeduti, insomma, non hanno applicato né le sentenze che hanno dichiarato illegittima la conversione dell’ospedale di Praia a Mare in Capt né quanto fissato nel Decreto Sciabica.
In secondo luogo, ha stabilito l’illegittimità di atti adottati tanto dall’Asp (atto aziendale 2021) quanto dal commissario ad acta (Decreti del 2021) assunti in palese contrasto con il Decreto Sciabica. E questo sia in termini di funzioni sanitarie che di dotazione di posti letto.
Basti pensare che uno dei due decreti commissariali impugnati classificava la struttura praiese in Casa della Salute, costringendola dunque a un passo indietro di circa 5 anni. Si ricorderà forse che nel 2017 già il Consiglio di Stato con sua sentenza aveva annullato un decreto commissariale dell’anno prima che aveva disposto per Praia a Mare la funzione di Casa della salute/Centro di assistenza primaria territoriale.
“In sostanza, una aberrazione giuridica“, il parere dell’avvocato Cristiani grazie al quale possiamo riferire ai lettori di un altro aspetto molto importante.
La sentenza del Consiglio di Stato ottenuta in queste ore, a breve sarà notificata al Commissario della sanità calabrese, che attualmente è il governatore Roberto Occhiuto. Quest’ultimo avrà 90 giorni di tempo per ottemperare alla sentenza.
Trascorsi eventualmente invano questi 3 mesi, si procederà con la nomina di un commissario ad acta per ottemperare al posto del commissario della sanità calabrese. Ma questo è solo uno scenario possibile, del quale molti sperano non ci sia bisogno.
Ma, in questa nefasta eventualità, non è escluso che i comuni possano procedere per la richiesta di risarcimento del danno. I comuni di Praia a Mare e Tortora, in rappresentanza anche degli altri centri interessati, intanto, incassano questa sentenza che fa ben sperare e che potrebbe essere il compimento di un processo di vigilanza e contrasto nei luoghi deputati partito da lontano.
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