La decisione del giudice: due registri di intercettazioni telefoniche dichiarati ammissibili nel processo sui certificati falsi nell’Asp di Cosenza.
Alcune delle intercettazioni telefoniche effettuate dalle forze dell’ordine nel corso dell’inchiesta denominata Re Nudo potranno essere utilizzate nel corso del processo penale.
Lo ha stabilito ieri il tribunale di Paola nel corso dell’ennesima udienza per il procedimento sull’ampio giro di certificati falsi per pensioni, patenti e decessi fatti all’interno degli uffici territoriali dell’Asp di Cosenza a Diamante e Scalea, con il coinvolgimento di scuole guide e onoranze funebri.
Nella fase preliminare – lo ricordiamo – il Giudice per le udienze preliminari Maria Grazia Elia aveva dichiarato inutilizzabili molte intercettazioni dell’inchiesta, accogliendo in tal senso le richieste delle difese degli indagati.
Soltanto due registri delle intercettazioni autorizzate dalla procura erano tuttavia state ammesse e dichiarate utilizzabili nell’ambito del procedimento penale instauratosi lo scorso giugno con il rinvio a giudizio di alcuni degli indagati, come avevamo scritto in un nostro articolo.
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Nel corso di un’altra udienza, a ottobre scorso, il PM Maria Francesca Cerchiara aveva poi chiesto di riammettere tutte le intercettazioni e di allegarle quindi al dibattimento. Richiesta respinta, come confermato nell’ultima seduta nel corso della quale gli avvocati degli imputati avevano a loro volta chiesto l’inammissibilità anche delle captazioni superstiti, ritenendole non utilizzabili perché derivanti da procedimenti diversi da quello in esame.
Ieri, quindi, il giudice ha sciolto la riserva che era attesa per lo scorso 24 novembre, ma slittata al 1º dicembre 2021 per consentire ai magistrati di acquisire ulteriori dati, relativi alle date di iscrizione nel registro degli indagati di tutti gli imputati.
È dunque sulla base dei due Rit (Registro intercettazioni telefoniche, ndr) ammessi che nel corso del processo penale, in procinto di iniziare ad aprile prossimo, l’accusa cercherà di dimostrare la colpevolezza dei soggetti accusati a vario titolo di reati contro la pubblica amministrazione.
Le accuse iniziali sollevate dalla Procura della Repubblica di Paola, sulla base delle indagini svolte dalla Dda in un primo momento e poi dai carabinieri della compagnia di Scalea sono le seguenti: associazione per delinquere, falsità materiale e ideologica commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici, truffa aggravata ai danni dello Stato per il conseguimento di erogazioni pubbliche, concussione, corruzione, induzione indebita a dare o promettere utilità.
I principali imputati del processo sono Mario Russo, ex sindaco di Scalea, presidente della commissione per l’accertamento dell’invalidità e dell’handicap di Diamante oltre che oltre che dirigente dell’unità di Medicina legale dell’Asp di Cosenza; Antonia Coccimiglio, segretaria della commissione invalidità; Eugenio Vitale, impiegato della medesima commissione.