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Turismo Calabria, la Regione vuole riscrivere la storia di questo settore

L’assessore Orsomarso spinge il progetto “Calabria Straordinaria” con 100 marcatori identitari distintivi.

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Il Teorema di Pitagora, i Bronzi di Riace, la Mano del Diavolo a Pentedattilo, l’Elefante di Pietra a Campana, Gioacchino da Fiore, il Bos Primigenius di Papasidero, la Sacra Spina di Cristo ad Umbriatico, il Codex Purpureus Rossanensis, il Cedro della Riviera dei Cedri, Cecilia Faragò di Soveria Simeri, ultima donna processata per stregoneria, il misterioso Tesoro di Alarico.

Sono solo alcuni di 100 Marcatori identitari distintivi della Calabria che fanno parte di “Calabria Straordinaria”.

Ovvero, il progetto-quadro di comunicazione strategica sul turismo calabrese, finanziato dall’Europa e presentato di recente ad Altomonte da Fausto Orsomarso, assessore regionale al ramo.

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“Siamo al primo stadio di una vera e propria rivoluzione copernicana nell’approccio non solo pubblico, ma della stessa iniziativa privata all’investimento turistico” dice oggi, ritornando sull’argomento.

L’assessore ha parlato di “turismo tutto l’anno” grazie a una iniziativa che “non è soltanto un programma-quadro destinato a guidare nei prossimi anni tutta la progettazione turistica regionale, ma è anche un programma politico, nel senso più laico e aperto del termine”.

In questo, l’amministratore regionale auspica l’impegno di chi vive e opera in Calabria e il “ritorno” dei manager formatisi in Italia e all’estero.

Infine, sui Marcatori identitari distintivi aggiunge: “In base all’analisi sperimentale e al modello che vogliamo condividere con tutti i calabresi e promuovere su scala nazionale, sono quegli elementi che sotto diversi punti di vista sono riconducibili a un determinato territorio.

Non necessariamente in modo immediato né preponderante, ma che dal punto di vista comparativo possono essere considerati e definiti unici nel loro genere, secondo i criteri interpretativi già utilizzati dall’Unesco per la valutazione e selezione dei siti patrimonio dell’umanità. Un esempio: i Sassi di Matera”.

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