“Non mi fermo” aveva detto il sindaco Iorio che in tribunale e con gli enti preposti ribadisce l’inattendibilità dei dati Asp.
Il sindaco di Tortora, Toni Iorio, è stato autorizzato dalla Giunta a costituirsi in giudizio davanti al Tar Calabria contro l’ordinanza regionale che ha stabilito la Zona Rossa per il centro tirrenico.
I legali dell’ente lavoreranno per chiedere la sospensione immediata della sua efficacia e, ovviamente, l’annullamento.
Se ne occuperà un avvocato esterno, per il quale è stata prenotata la somma di 1200 euro.
Ricordiamo che il provvedimento firmato dal governatore Spirlì prevede il massimo regime di restrizioni fino al 30 aprile.
L’amministrazione comunale – lo ricordiamo – ritiene la decisione della Regione Calabria non suffragata da dati reali a causa delle difficoltà che l’Asp di Cosenza registra nello smaltimento dei tamponi.
“Nulla contro gli operatori sanitari, sia ben chiaro. Il mio sfogo è diretto alla poca organizzazione dell’Asp” ha detto Iorio che ha anche presentato un esposto rivolto in particolare al Ministero della Salute e alla Procura della Repubblica di Paola.
In esso vengono sottolineati i ritardi nel processare i tamponi e nel comunicare gli esiti e il disagio dei destinatari delle interminabili quarantene.
Nell’esposto viene anche ipotizzato che possa esserci un nesso tra le esternazioni a mezzo stampa del sindaco stesso su queste disfunzioni e l’emanazione del provvedimento di Zona Rossa.
Non manca inoltre un richiamo al fatto che i dati più recenti, aggiornati grazie a parziale consegna di nuovi esiti, tratteggiano un livello più basso del contagio, come abbiamo scritto in questo articolo.
Con queste premesse, Iorio afferma: “La situazione non consente più indugi e inerzie. Impone soluzioni logistiche e organizzative, efficienti e con tempistica certa dei processi lavorativi in materia di tamponi molecolari e procedure vaccinali.
Questo, ha dunque detto ai destinatari dell’esposto, tra cui figurano anche Guido Longo e Vincenzo La Regina, commissario della Sanità calabrese e dell’Asp di Cosenza, e il prefetto, ai quali viene chiesto di fare le valutazioni del caso.