Indagini partite anche da appello disperato di una cetrarese. I carabinieri indagano ancora su un nascondiglio scovato a casa di un indagato.
Da Cetraro il clan Muto controllava il traffico della droga su tutta la costa cosentina del Tirreno.
Con chili di cocaina provenienti dalla Locride inondava le piazze di spaccio di Scalea, Santa Maria del Cedro, Belvedere Marittimo, Diamante, Buonvicino, Guardia Piemontese e Cetraro stessa.
Ma anche con marijuana auto-prodotta, e hashish comprato da altre piazze.
La forza del clan nel controllare il territorio era evidente nelle azioni di estorsione a danno di attività imprenditoriali del posto.
I soldi confluivano nella bacinella del clan e in parte erano usati per sostenere i costi dei processi agli affiliati detenuti e per il sostentamento delle rispettive famiglie.
Sono solo alcuni dettagli dell’operazione del Provinciale di Cosenza denominata Katarion.
Con essa è stato inferto un nuovo colpo al clan Muto di Cetraro, con 33 persone oggetto di misure cautelari disposte dal Gip su richiesta della Dda di Catanzaro del procuratore Nicola Gratteri e 11 indagate a piede libero.
Gli arresti sono stati eseguiti dall’Arma a Guardia Piemontese, Cetraro, Belvedere Marittimo, Diamante, Buonvicino, Santa Maria del Cedro, Scalea, Ivrea e Siderno.
OPERAZIONE KATARION CONTRO 44 INDAGATI: I NOMI
Queste indagini sono state generate da due denunce.
Una l’ha presentata ai carabinieri una donna di Cetraro. O meglio, una nonna disperata per la sorte del nipote ormai consumatore abituale di cocaina.
Una seconda denuncia è stata sporta invece da un imprenditore edile, vittima di un tentativo di estorsione.
Nel corso delle indagini i carabinieri hanno anche scovato un bunker in una abitazione di Cetraro, accessibile dal soffitto del bagno.
Sarebbe casa di uno degli indagati e i carabinieri e la magistratura hanno fatto sapere che con altri accertamenti vogliono chiarire lo scopo del nascondiglio.
In azione nell’operazione odierna, i carabinieri delle compagnie di Paola, comandata da Giordano Tognoni, e Scalea, comandata da Andrea Massari, supportati da personale del comando provinciale di Cosenza, dello squadrone eliportato Cacciatori Calabria, del nucleo carabinieri cinofili di Vibo Valentia, del 14° battaglione carabinieri Calabria, con la copertura aerea di un velivolo dell’8° nucleo elicotteri carabinieri, coordinati dalla Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro.
I militari hanno dato esecuzione a un’ordinanza di custodia cautelare, emessa dal Gip di Catanzaro.
I reati contestati sono: associazione finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti, produzione, traffico e detenzione illeciti di sostanze stupefacenti, estorsione, tentata e consumata, aggravata dal ricorso al metodo mafioso, detenzione illegale di armi da fuoco.
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