Erano d’accordo per timbrare il badge senza lavorare in occasione delle elezioni comunali del giugno 2017. Russo ne approfitta per andare a mare.
Attestavano falsamente la loro presenza sul posto di lavoro timbrando il cartellino, ma erano assenti. Si scambiavano i badge e si alternavano alla timbratura.
Mario Russo, Antonia Coccimiglio ed Eugenio Vitale, i tre dipendenti dell’Asp di Cosenza finiti in carcere nell’operazione Re Nudo sono stati accusati anche del reato di truffa in concorso, aggravata dall’abuso dei poteri e dalla violazione dei doveri in quanto funzionari pubblici, a danno dell’Azienda sanitaria provinciale di Cosenza.
Dalle carte del Gip che ne ha disposto la custodia in carcere, spunta anche il reato di interruzione di servizio pubblico o di servizio di pubblica necessità.
Nel dettaglio, il servizio non garantito a causa della loro condotta, è la certificazione dei requisiti per il voto assistito in occasione delle elezioni dell’11 giugno 2017.
Ovvero il voto per l’elezione diretta di sindaci e dei consigli comunali. Quell’anno, in riferimento al territorio di competenza del distretto Tirreno dell’Asp di Cosenza, si votava a Praia a Mare, oltre che a Paola.
Secondo gli inquirenti, quel giorno hanno attestato falsamente di aver svolto il turno di servizio continuato (dalle 8 alle 22) presso la sede Asp di Scalea per il rilascio dei certificati medici per il voto assistito. E per questo hanno chiesto anche il pagamento degli straordinari.
In particolare sarebbero stati Vitale e Coccimiglio a organizzasi per coprire il servizio un po’ per uno, dando per scontato che Russo invece, essendo domenica, non si sarebbe mai sognato addirittura di presentarsi.
Anzi, Russo avrebbe poi chiarito ai due che le sue intenzioni per quella giornata erano di fare una corsetta e poi andare a mare. Tutto, chiaramente, durante l’orario di servizio.
Il medico legale – sostengono ancora gli investigatori – troverà comunque il tempo di presentarsi alle 8 del mattino per timbrare e andare via dopo 40 minuti. In seguito ritorna però per spicciare l’ennesimo certificato necroscopico falso per una ditta di onoranze funebri di Belvedere Marittimo.
Anzi, lo tiene da conto come eventuale giustificazione della sua assenza nel caso qualche cittadino si fosse recato a fare il certificato per il voto assistito. “Se viene qualcuno verso le due”, dice infatti Russo a Vitale, tu rispondi che “il dottore Russo è andato a fare degli accertamenti necroscopici a Belvedere! Venite alle sette”.
Come scritto anche in precedenza, i tre dipendenti Asp sono in attesa, con altri 98 indagati, di rispondere o meno davanti a un giudice di tutta una serie di illeciti commessi nell’esercizio della loro pubblica funzione.
Le false attestazioni – come abbiamo riportato da queste pagine – riguardano brogli nella certificazione di invalidità in quanto membri dell’apposita commissione esaminatrice.
Ma anche nel rinnovo delle patenti e delle autorizzazioni a detenere armi da caccia.
Infine Russo, con la complicità di alcuni imprenditori del ramo onoranze funebri, è accusato anche di falso in relazione a certificati di avvenuto decesso.
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