ACQUAPPESA

Terme Luigiane, quale futuro?

Dipendenti preoccupati. I nuovi regolamenti sulla gestione delle acque non convincono l’opposizione consiliare di Acquappesa.


Il nuovo regolamento sulla gestione delle acque termali mette in crisi la Sateca.

Ieri è giunto da Guardia Piemontese il secondo ok al progetto giudicato anche da Federterme un grosso errore.

Effettuare più spezzettamenti nella gestione, a riguardo delle acque, non sarebbe inoltre possibile.

Le Terme Luigiane hanno in effetti una unica sorgente. Un’unica risorsa mineraria.

Per la minoranza consiliare di Acquappesa il regolamento è illegittimo.

Il compendio termale “Terme Luigiane” dalle sue origini è composto dalle sorgenti e territori ricadenti nei comuni di Acquappesa per una percentuale pari a 7/12 e in quello di Guardia Piemontese per una quota pari a 5/12 e complessivamente di dieci ettari.

“I predetti comuni – spiegano Avolio e Ricca – operano in regime di concessione, motivo per cui le determinazioni di questi ultimi non possono prescindere dalle determinazioni del Governo prima e successivamente dell’ente Regione.

Ai fini di eventuali concessioni è necessaria la conoscenza delle aree disponibili all’interno del compendio a seguito delle eventuali occupazioni, delle illegittime vendite e dell’esito del lodo arbitrale.

È necessaria, altresì, la conoscenza della portata reale delle sorgenti. È del tutto fuorviate a tal proposito parlare di percentuali se le stesse non vengono parametrate con le relative reali portate”.

Per Ricco e Avolio “allo stato non è possibile effettuare una valutazione corretta atteso che, per come si è già evidenziato, non si ha la conoscenza delle disponibilità all’interno del compendio termale.

“Il regolamento prevede una serie di vincoli e requisiti da rispettare anche per coloro i quali chiederanno una percentuale minima di acqua.

Si parte dall’accollo di spese di collettamenti, tubatura verso le strutture beneficiarie di percorsi piuttosto lunghi il cui costo supererebbe il vantaggio che si vorrebbe ottenere nel possedere l’acqua termale, per proseguire all’anticipazione di canoni per almeno la metà del tempo richiesto in utilizzo.

Seppure vi sia l’idea astratta e condivisibile, di porre fine ad un monopolio, in realtà, di fatto, lo accentua o perlomeno lo lascia immutato.

Sulla gestione associata si tralascia ogni aspetto relativo alla gestione dei servizi troppo semplicisticamente esemplificato con una suddivisione delle spese e delle entrate ripartite per dodicesimi, null’altro specificando per ogni singolo servizio, tralasciando o omettendo in merito alla potestà amministrativa sul compendio termale”.

Tanti aspetti sarebbero stati da valutare con esperti del settore.

Redazione

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