Le amministrazioni di Praia a Mare, Tortora e Aieta rilanciano la proposta e dicono NO a ospedali da campo sul territorio.
L’ospedale di Praia a Mare diventi Ospedale Covid.
Lo chiedono i sindaci dei comuni di Praia a Mare, Antonio Praticò, Tortora, Toni Iorio, e Aieta, Gennaro Marsiglia a nome delle rispettive amministrazioni.
I primi cittadini sfruttano la sponda istituzionale offerta dal consigliere regionale Giuseppe Aieta. Il politico cetrarese ha di recente espresso una sua opinione favorevole.
Ora i tre sindaci lo invitano a un sopralluogo per verificare la effettiva fattibilità.
In merito, la pensano così molti cittadini del territorio che hanno reagito con un moto di opinione abbastanza chiaro, dopo la circolazione di notizie circa l’allestimento di ospedali da campo per fronteggiare l’emergenza.
Ne hanno parlato, ad esempio, i consiglieri regionali De Caprio ed Esposito. Poche ore dopo il presidente facente funzione, Nino Spirlì, ha annunciato l’arrivo di 4 strutture di questo tipo in altrettanti grandi centri calabresi.
Quindi? Un ospedale Covid a Praia a Mare? Le premesse ci sono e fonti sanitarie locali riferiscono che sarebbe fattibile da un punto di vista tecnico.
Compresa la possibilità di isolare il reparto di Lungodegenza, presente a Praia a Mare e che ospita soggetti fragili, da eventuali posti letto Covid.
Questi ultimi – secondo quanto contenuto nella proposta dei sindaci – potrebbero essere da subito 20, con la possibilità di aggiungerne altrettanti all’occorrenza.
“Si faccia presto” dicono le tre amministrazioni comunali in una nota congiunta. E aggiungono: “Rifiutiamo categoricamente la realizzazione di un ospedale da campo per come abbiamo avuto modo di apprendere.
L’ospedale di Praia a Mare ha un eccellente pronto soccorso, munito già di tenda triage per casi sospetti di Covid”.
Ovviamente, la fattibilità passa anche attraverso le dotazioni umane e tecniche. Bisogna assumere il personale medico necessario.
Ma a Praia a Mare si può già contare su un edificio di recente ristrutturazione, con letti mai usati e dotato di Tac, Risonanza magnetica e impianto centralizzato per l’ossigeno.
E se mancano ulteriori attrezzature i comuni si dicono pronti a intervenire.
“Gli occorrenti monitor multiparametrici e i dispositivi per la ventilazione assistita non invasiva potrebbero essere acquistati dai comuni di Praia a Mare, Aieta, Tortora e donati all’ospedale di Praia a Mare in comodato d’uso gratuito” dicono.
Infine – è opinione piuttosto comune – c’è da considerare che un ospedale da campo, per sua natura, è una soluzione temporanea.
L’utilizzo dell’ospedale di Praia a Mare per questa emergenza, invece, significherebbe restituire dignità all’edificio di località Santo Stefano chiuso ingiustamente dal Governo Scopelliti, come alcune sentenze hanno poi acclarato.
Mi sia consentito di intervenire sull’ospedale di Praia, detto ospedale non e’ solo di Praia, Aieta, Tortora, bisogna coinvolgere tutto l’alto tirreno cosentino, visto che fino ad ora non si e’ riuscito ad zvere niente, mi sembra che sia solo ed esclusivo di detti paesi, l’errore consiste in questa scelta di antica data, siamo tutti coinvolti senza sanita’ e’ venuto il momento di agire insieme unire le forze per ottenere i ns diritti, da tempo sto proponendo la secessione per ritornare alle ns origine cioe’ Lucane, il fiume Lao era il confine naturale, per errore fu segnalato il Noce, ma Praia non vuole sentire questa musica,