Nel settimo anniversario della morte del presule originario di Grisolia la nipote: “Nessuna traccia concreta del suo impegno per il Pettoruto”.
GRISOLIA – Oggi, sette anni fa, moriva nella sua Grisolia don Domenico Crusco, vescovo emerito della diocesi San Marco Argentano – Scalea.
In occasione dell’anniversario, Infopinione ha raccolto il ricordo della nipote, Mariarosaria Errico, e anche un piccolo sfogo.
“Nessuna traccia del suo impegno per il Pettoruto nonostante abbia dedicato parte della sua vita, in qualità di vescovo, ai lavori di restauro, ristrutturazione e completamento del noto santuario mariano di San Sosti.
Nel 2011, in occasione della festa del 7 settembre la curia ha affisso una lapide commemorativa nel luogo sacro. Sarebbe stata l’occasione giusta per dare una forma concreta a quanto molti, ma non tutti, conservano nei loro ricordi.
Non lo dico per fare polemica – ha chiarito -. Tuttavia spero che questa dichiarazione venga presa come spunto per rimediare a una mancanza di rispetto verso la sua figura, oltre al ‘vuoto’ che potrebbe eventualmente generarsi attorno a mio zio.
In un giorno come questo, non sta a me tesserne le lodi come uomo e soprattutto come ministro di Dio. Di certo, durante il suo passaggio terreno ha agito per il bene e credo sia giusto ricordarlo“.
Domenico Crusco era nato a Grisolia il 19 agosto 1934 e morto nella sua abitazione, al termine di un periodo di malattia, il 25 agosto del 2013.
E’ stato il secondo vescovo della rinominata diocesi San Marco Argentano – Scalea, già San Marco Argentano – Bisignano e San Marco.
Il suo vescovato era iniziato il 6 marzo 1999, per poi cessare il 7 gennaio 2011, quando don Domenico decise di ritirarsi.
La sua formazione era iniziata presso il seminario diocesano di San Marco Argentano per poi proseguire al liceo classico presso il Pontificio seminario regionale Pio XI di Reggio Calabria e coronato con gli studi teologici nel Pontificio seminario regionale San Pio X di Catanzaro.
Il 16 luglio 1961 era stato ordinato sacerdote dall’allora vescovo della diocesi di San Marco e Bisignano Luigi Rinaldi, nella cattedrale di San Marco Argentano.
Quindi il ritorno nel seminario diocesano da dove tutto era iniziato: prima come animatore e poi come direttore per ben 21 anni.
Dopo una serie di ruoli all’interno della diocesi, il 7 febbraio 1991 era stato nominato vescovo di Oppido Mamertina-Palmi da papa Giovanni Paolo II e il 20 aprile aveva ricevuto l’ordinazione episcopale dall’arcivescovo Luigi Poggi.
Infine, il 6 marzo 1999, era stato nominato vescovo di San Marco Argentano-Scalea da papa Giovanni Paolo II, succedendo ad Augusto Lauro, dimessosi per raggiunti limiti d’età.
Con la stessa motivazione del suo predecessore, il 7 gennaio 2011, aveva rinunciato al governo pastorale della diocesi, con accoglimento da parte dell’allora papa Benedetto XVI.
E’ sepolto nella cripta della cattedrale di San Marco Argentano.