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Maratea, tartarughe marine: chi se ne occupa?

Chiusa l’esperienza del Nucleo operativo Wwf i volontari locali si riorganizzano con la collaborazione delle imprese di pesca.

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MARATEA – Chi si occupa delle tartarughe marine a Maratea e zone limitrofe?

Viene da chiederselo in questi giorni in cui nell’area il tema è tornato d’attualità.

Prima, con il salvataggio di un esemplare a largo della costa e, dopo, con i fatti di Acquafredda, dove alcuni giovani hanno disturbato una tartaruga molto probabilmente intenta a deporre, agendo comunque in buona fede.

Dal 2012 e fino ai primi mesi di quest’anno si era registrato l’impegno sul campo di un gruppo di volontari che aveva contribuito alla nascita del Nucleo operativo Wwf di Maratea.

In questo lasso di tempo, sono state molte e lodevoli le iniziative realizzate, sia per la salvaguardia della specie, soprattutto in termini di soccorso e monitoraggio, che di sensibilizzazione.

Da qualche tempo, purtroppo, questo percorso ha subito un brusco stop e l’attività sembrerebbe arrestata se non fosse per l’impegno di alcuni promotori del gruppo originario.

Due componenti di quest’ultimo risultano infatti in possesso dell’autorizzazione del Ministro dell’Ambiente per le tartarughe marine.

Il tutto con la fattiva collaborazione delle imprese di pesca presenti al Porto turistico di Maratea.

Infopinione ha raggiunto alcuni di loro per approfondire. Oltre a manifestarci l’intenzione di non dissipare quanto fin qui fatto, ci hanno aiutato a fare il punto della situazione.

“Due anni fa – ci ha detto Massimo Lomonaco, ex referente locale del Nucleo operativo Wwf Maratea -, è stato costituito un gruppo volontario espressione della crescente volontà di promuovere le attività di sensibilizzazione e di tutela nel territorio di Maratea.

Il gruppo si è da subito interessato ad avere un supporto dalle associazioni ambientaliste presenti sul territorio nazionale.

Tale interesse è stato accolto dal Wwf Potenza, anche in relazione alle già avviate attività di tutela espresse in Basilicata che concordavano con le intenzioni formanti del gruppo stesso.

Dal maggio 2018 sono stati raggiunti dei significativi risultati tra i quali il coinvolgimento attivo dell’associazione delle imprese di pesca e la realizzazione del primo campo volontari Wwf sul territorio di Maratea.

A inizio 2020, anche in seno alla manifesta volontà del governo nazionale di realizzare l’Amp costa di Maratea, è stato richiesto al Wwf Potenza di formalizzare le linee guida direttive in seno alla organizzazione delle attività sul territorio e alla possibilità di nominare democraticamente il direttivo del nucleo operativo di Maratea.

A tutt’oggi – spiega Lomonaco – non è stato fornito alcun riscontro e il nucleo, seppur sciogliendosi, continua con ogni mezzo a dare supporto a tutte le attività di tutela ambientale per le quali sia richiesta partecipazione dei suoi componenti, sia in termini di professionalità che di impegno.

I recenti avvenimenti ci dimostrano che la strada da percorrere è ancora lunga sia in termini di sensibilizzazione che di tutela. Questo però è solo uno sprone a fare di più e meglio per chi, come i componenti dell’ex nucleo, ha a cuore il proprio territorio.

Nel prossimo futuro su richiesta dell’associazione dei pescatori il gruppo dei volontari continuerà la propria opera per il raggiungimento di un fine ultimo utile per tutta la comunità, che è la tutela e promozione del nostro magnifico territorio che non manca tutti i giorni di palesare quanto sia prezioso e unico”.

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Tartaruga caretta caretta liberata dalla rete dai pescatori del porto di Maratea

Dello stesso avviso anche il Coordinamento imprese di pesca litorale tirrenico lucano Maratea.

“L’associazione – ci ha detto il portavoce Manuel Chiappetta -, sensibile alle questioni ambientali marittime, non può che essere disponibile a supportare azioni tecnico-scientifiche che portino allo sviluppo di progettualità legate alle prerogative territoriali marine.

In particolare si mettono a disposizione competenze tecniche al fine di creare percorsi virtuosi di sensibilizzazione collettiva e più in generale di educazione ambientale.

Per questo, di concerto con i tecnici del Crtm di Policoro, abbiamo creato una squadra che metta a sistema l’operatività sulle azioni di recupero e monitoraggio dei cheloni marini sul nostro territorio”.

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About Andrea Polizzo

Giornalista professionista dal 2010 e blogger. Sin dal 2005 matura esperienze con testate regionali di carta stampata, on-line e televisive. Attualmente collabora con il mensile d'inchiesta ambientale Terre di Frontiera e con il network VicenzaPiù. Ideatore di blogtortora.it, caporedattore e coordinatore di www.infopinione.it.

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