Le minoranze di Acquappesa e Guardia Piemontese al prefetto di Cosenza: Regione, Sateca, comuni e lavoratori concordino la ripresa delle attività.
ACQUAPPESA – Il prefetto di Cosenza convochi un tavolo permanente di lavoro per la riapertura delle Terme Luigiane.
A chiederlo, unitamente, sono i consiglieri di minoranza dei comuni di Acquappesa e Guardia Piemontese, territori direttamente interessati dall’attività termale per le importanti ricadute sul settore turistico.
La richiesta è stata firmata dai consiglieri Mauro Avolio, Sandra Ricco, Antonio Sacco, Gianfranco Capua, Andrea Muglia, Antonio Carnevale, Antonella D’Angelis e Agostino Treviso.
Al tavolo – nelle loro intenzioni – dovranno necessariamente sedere tutte le parti interessate. La Regione Calabria, i sindaci dei due centri tirrenici, i gruppi di minoranza stessi, la Sateca Spa, società di gestione delle terme, le rappresentanze sindacali e il comitato dei lavoratori.
La stagione termale è già compromessa e la ripresa è resa difficile dall’emergenza Covid “ma – sostengono i proponenti – si deve dare un immediato segnale di ripresa”.
I Gruppi di minoranza hanno manifestato la loro solidarietà ai lavoratori, prime vittime dell’attuale situazione di stallo che interessa direttamente anche l’indotto ricettivo conseguente alle terme: dagli alberghi agli appartamenti privati e senza trascurare le attività commerciali.
Ma hanno anche puntato il dito contro le amministrazione comunali di Acquappesa e Guardia Piemontese per il ritardo e le modalità con cui si sarebbero mosse.
“Sarebbe stato auspicabile programmare per tempo il tavolo che proponiamo – scrivono in una note i gruppi di minoranza –, facendo prevalere il senso di responsabilità e l’interesse delle popolazioni amministrate,
Tale programmazione, purtroppo, non è avvenuta creando non poche preoccupazioni nelle maestranze, negli esercenti le attività turistiche collegate e, soprattutto, nella larghissima fascia di utenza che storicamente si reca alle Terme Luigiane per usufruire delle cure termali”.
Invece “le amministrazioni comunali e l’attuale gestore – sostengono i proponenti – continuano ad addebitarsi reciproche colpe e inadempienze, in una battaglia che porterà ad un unico sconfitto: l’economia di un intero territorio”.
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