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Coronavirus: ospedale Praia a Mare potrebbe ospitare terapia intensiva?

Esclusa dal Piano emergenza regionale, secondo fonti sanitarie la struttura sarebbe idonea, ma ci sarebbe più di una difficoltà da superare. Alcune info su: cos’è, cosa si fa in terapia intensiva e perché è così importante per il Coronavirus.

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PRAIA A MARE – L’ospedale di Praia a Mare avrebbe i presupposti per ospitare nella ex sala operatoria fino a 4 ventilatori polmonari e quindi posti letto di terapia intensiva. Ma, oltre alla dotazione di macchinari, servirebbero anestesisti specializzati, che purtroppo non si trovano.

È questo il parere di una fonte sanitaria attendibile, interrogata da Infopinione su un tema che da diversi giorni ha preso piede tra l’opinione pubblica locale.

Ovvero: perché in questa situazione di emergenza dovuta al Coronavirus non si è deciso di utilizzare l’ospedale di Praia a Mare?

In effetti, la struttura che già vanta una storia tribolata è rimasta fuori dal Piano di emergenza Coronavirus attivato lo scorso 11 marzo 2020 dalla Regione Calabria, in accordo con il commissario Cotticelli.

Sinteticamente, il piano prevede l’attivazione di 400 posti letto di terapia intensiva e subintensiva per le aree nord, centro e sud della regione.

Nel dettaglio, si è deciso di distribuirli in questo modo.

  1. 90 posti letto nelle strutture di: Cosenza, Castrovillari, Rossano, Cetraro, Azienda ospedaliera Pugliese Ciaccio di Catanzaro, Mater Domini di Catanzaro, Lamezia, Crotone, Reggio Calabria, Polistena, Vibo Valentia.
  2. 310 posti letto attivati: 110 nell’area nord nelle strutture di Paola, Rogliano e Rossano. 100 posti per l’area centro nelle strutture di Germaneto e Tropea. 100 nell’area sud nelle strutture di Gioia Tauro, Locri, Melito Porto Salvo.

Ospedale di Praia a Mare fuori dal piano Coronavirus

ospedale praia a mare

Guardando ai 110 posti previsti nell’area nord, si evince l’esclusione di Praia a Mare.

Quanto riferito dalla presidente Jole Santelli, fornirebbe una prima risposta al quesito: “Si è scelto – ha detto la governatrice – di selezionare strutture attive e di celere adeguamento, individuate con il supporto delle Asp e delle aziende ospedaliere, al fine di agevolare l’attivazione immediata”.

Dunque, l’ospedale di Praia a Mare non è stato ritenuto “attivo e di celere adeguamento” e non è chiaro se faccia almeno parte delle strutture individuate per quarantene.

Ovvero, “strutture di proprietà regionale” e altre individuate con l’Agenzia dei Beni confiscati, “idonee sull’intero territorio regionale, oltre che strutture dell’Esercito”.

Sulla questione del “celere adeguamento”, però, c’è un dato che fa riflettere. Ed è stata la stessa Santelli a rivelarlo ieri. Lo ha fatto durante la trasmissione Mezz’ora in più di Rai 3, condotta da Lucia Annunziata.

I macchinari arriveranno qui tra 45 giorni. Io e il personale sanitario che facciamo”?

In definitiva è comunque lecito pensare che i tempi per preparare anche la struttura di Praia a Mare a ricevere i macchinari ci sarebbero stati.

Inoltre, il Piano contempla l’assunzione di personale medico e sanitario non medico a tempo determinato, tramite avviso per il reclutamento di 300 medici specializzati e specializzandi.

Circostanza questa che avrebbe potuto colmare la carenza di – appunto – personale specializzato nella gestione di posti letto di terapia intensiva.

Resta però un dato stringente: si opera in assetto emergenziale e questo dovrebbe mettere tutti in condizioni di badare ai risultati, senza alimentare polemiche inutili. E senza sbandierare rivendicazioni territoriali che si prestano – come sempre – alla strumentalizzazione.

 

Terapia intensiva: cos’è e perché è importante per i contagiati da Coronavirus

Negli ospedali della Calabria sono poco più di un centinaio i posti letto in terapia intensiva. Attualmente 6 di questi risultano occupati da pazienti positivi al Covid-19 (dati Ministero, protezione civile).

Ma c’è da considerare che molti altri posti letto sono impegnati da altre tipologie di pazienti. L’aumento dei contagi – dunque – potrebbe mettere in seria difficoltà la Calabria, soprattutto considerando i tempi annunciati (vedi sopra) per allestire quelli previsti dal piano emergenza.

Proviamo allora ad offrire ai nostri lettori alcuni elementi per comprendere cosa è la terapia intensiva e perché è fondamentale in tempi di Coronavirus.

Terapia intensiva cos’è?

La terapia intensiva è un insieme di cure h24, monitoraggio e assistenza, per pazienti affetti da malattie acute. Dunque, a rischio della vita a causa delle gravi condizioni di alcune funzioni vitali.

Nei reparti di terapia intensiva personale specializzato (anestesisti e infermieri) opera per il ripristino dell’equilibrio tra il sistema nervoso centrale, l’apparato cardiocircolatorio e quello respiratorio.

Perché è importante per pazienti affetti da Covid-19?

Solitamente nei reparti di terapia intensiva si trovano ricoverati pazienti in condizioni gravi per molteplici cause. Tra queste ictus, infarto, arresto cardiaco, emorragia cerebrale, traumi vari, trapianto d’organo, e altri.

Ad essi accede circa il 9% dei pazienti colpiti da Coronavirus Covid-19. In Italia, si contano oltre 5 mila posti letto di terapia intensiva. Attualmente (domenica 15 marzo 2020) sono 1672 le persone affette dal virus e ricoverate in terapia intensiva.

La permanenza media in terapia intensiva di un paziente “normale” è di circa due settimane, trascorse le quali potrebbe avere bisogno del livello intermedio al ritorno in reparto ordinario: terapia subintensiva.

La permanenza di un malato di Covid-19 non è ancora certa, ma comunque superiore a quelle di un ricovero normale.

Terapia intensiva per pazienti Covid-19, quali caratteristiche?

Un reparto di terapia intensiva non può ricoverare contemporaneamente pazienti affetti da patologie gravi e ammalati di Covid-19, causa rischio aumento del contagio.

Il reparto dovrebbe prevedere stanze singole, ma non sempre ciò è possibile. È comunque essenziale che gli spazi siano ampi per accogliere paziente, personale e attrezzature.

  • Letto per terapie intensive
  • Monitor per il controllo delle funzioni vitali
  • Ventilatore meccanico
  • Pompe per infondere farmaci
  • Maschere per l’ossigeno
  • Sistema di aspirazione delle secrezioni bronchiali
  • Defibrillatore
  • Carrello farmaci
  • Macchina per dialisi
  • Cestini per smaltimento materiale biologico
  • Sistema di alimentazione macchinari anche in caso di black-out.

About Andrea Polizzo

Giornalista professionista dal 2010 e blogger. Sin dal 2005 matura esperienze con testate regionali di carta stampata, on-line e televisive. Attualmente collabora con il mensile d'inchiesta ambientale Terre di Frontiera e con il network VicenzaPiù. Ideatore di blogtortora.it, caporedattore e coordinatore di www.infopinione.it.

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One comment

  1. maria trifilio

    perchè non si mette in funzione l.ospedale di scalea in modo da lasciare libero l.ospedale di praia a mare per le patologie normali ed usare quello di scalea come terapia intensiva per il corona virus