Il ministro per l’Ambiente ha avviato anche la procedura per conferire la medaglia d’oro ambientale al capitano Natale De Grazia.
ROMA – “Ho stanziato 1 milione di euro per fare luce sul traffico dei rifiuti e sulle navi a perdere in Calabria, per capire tecnicamente che cosa c’è effettivamente nelle aree e che cosa è accaduto”.
Lo ha dichiarato durante il question time alla Camera il ministro per l’Ambiente Sergio Costa, parlando della figura del capitano Natale De Grazia.
La somma è stata messa a disposizione dalla nuova Direzione generale mare del ministero dell’Ambiente.
“Il ricordo e la commemorazione hanno bisogno anche della verità” – ha aggiunto il ministro specificando che lo stanziamento è conseguenza anche delle indagini di De Grazia “e per farne delle nuove”.
“Ho attivato la procedura – ha poi aggiunto – affinché il capitano Natale De Grazia venga insignito della medaglia d’oro ambientale, la benemerenza più alta della Repubblica italiana, per il suo impareggiabile impegno come servitore dello Stato e per aver dedicato la sua vita fino in fondo per una causa come la tutela dell’ambiente.
Con le sue inchieste sul traffico dei rifiuti e sulle navi a perdere in Calabria ha aperto un cono di indagini su una questione estremamente delicata. Sorgono ancora dubbi sulla sua scomparsa e su questo bisogna fare chiarezza”.
Natale De Grazia, nato a Reggio Calabria nel 1956 è stato un capitano di fregata, medaglia d’oro al valor di Marina alla memoria. Dal 1994 aveva collaborato con un pool investigativo della Procura sul traffico di rifiuti tossici, radioattivi.
Il 12 dicembre 1995, mentre si recava in missione a La Spezia insieme a due carabinieri per rendere dichiarazioni in tribunale in merito alle sue indagini e dopo aver mangiato in un ristorante di Campagna, in provincia di Salerno, moriva sull’autostrada Salerno-Reggio Calabria, nel comune di Nocera Inferiore.
Nel 2009, il governo italiano inviò la nave Mare Oceano a largo di Cetraro per indagare su di un relitto che si presumeva fosse la famigerata Cunsky. Ovvero una delle “navi a perdere” affondata dalla ‘ndrangheta, secondo le confessioni del pentito Fonti.
Quelle indagini conclusero invece che si trattava del Catania, una nave passeggeri affondata durante le prima guerra mondiale, nel 1917.
Fu così che lo Stato italiano e la Direzione nazionale antimafia chiusero il caso “Nave dei veleni” a Cetraro con tanto di annuncio finale da parte dell’allora ministro dell’Ambiente Stefania Prestigiacomo in una conferenza stampa congiunta con il procuratore nazionale antimafia Piero Grasso.
Io mi chiedo, ci dovremmo credere ai risultati? Se fosse confermata la presenza di un relitto al largo di Tropea e Capo Vaticano, le conseguenze sull’economia della costa degli dèi sarebbero disastrose. Quale idiota andrebbe a mare a Tropea, sapendo che 26-27 km al largo si trova una nave carica di fusti con scorie di uranio? E quale politico avrebbe il coraggio di dire che al largo di Capo Vaticano si trova un relitto con fusti di materiale altamente pericoloso? Quale idiota andrebbe al mercato del pesce di quelle zone? Tante persone preferirebbero evitare di mangiare pesce radioattivo. Ne uscirebbe danneggiata anche la reputazione delle isole Eolie. Chi si assume le responsabilità di dire-Abbiamo trovato il relitto della Michigan-? In termini economici è molto più comodo e utile all’economia dire che tra Eolie e costa vibonese il mare è pulito. Poi se qualche bagnante contrae la leucemia, viene spacciato come qualcosa di puramente casuale…