Le carte tornano a Catanzaro per la determinazione del risarcimento dei danni richiesto dal Comune di Tortora, unica parte civile ricorrente.
PRAIA A MARE – Processo Marlane I: la prima sezione della Corte di Cassazione si è espressa con propria sentenza sul ricorso ordinario sulla sentenza della Corte d’Appello di Catanzaro.
Ecco quanto deciso dalla Cassazione, in attesa delle motivazioni.
Dichiara inammissibile il ricorso della parte civile Comune di Tortora nei confronti di Pietro Marzotto.
Annulla la sentenza impugnata dalla parte civile Comune di Tortora nei confronti di tutti gli imputati – con esclusione di Pietro Marzotto – e rinvia al giudice civile competente per valore in grado di appello.
Dichiara inammissibile il ricorso del Procuratore generale.
Dichiara inammissibile il ricorso del responsabile civile Marzotto Spa che condanna al pagamento delle spese processuali e della somma di 3mila euro in favore della cassa delle ammende.
“Annullata per gli effetti civili la sentenza emessa dalla Corte d’Appello di Catanzaro”, spiega Lucio Conte, avvocato del Comune di Tortora oltre che di molti familiari degli operai Marlane ammalatisi o morti per tumore.
“Si apre un nuovo scenario – ha aggiunto – che dovrà essere risolto dalla Corte d’Appello civile di Catanzaro cui la Suprema Corte ha trasmesso gli atti.
La I Sezione ha dichiarato inammissibile il ricorso proposto dalla Procura Generale di Catanzaro e dalla Marzotto Spa, mentre ha disposto l’annullamento della sentenza impugnata da parte della sola costituita parte civile Comune di Tortora nei confronti di tutti gli imputati, ad esclusione di Pietro Marzotto, deceduto.
Ha quindi rinviato il procedimento dinanzi al giudice civile competente per valore in grado di appello per le statuizioni civili, quindi per la determinazione del risarcimento dei danni richiesto dal Comune di Tortora, unica tra tutte le parti civili presenti nel processo a proporre ricorso.
Pertanto, ad avvenuto deposito delle motivazioni della sentenza da parte della Corte di Cassazione, si richiederà che la Corte d’Appello di Catanzaro ponga la parola fine a questa parte della vicenda con la richiesta del risarcimento di tutti danni danni subiti dalla condotta di tutti gli imputati e dei responsabili civili Eni spa e Marzotto Spa.
La vicenda penale dei dirigenti della Marlane non è affatto finita, perché ancora si registrano cicatrici serie sulle persone e sul territorio, tant’è che il procedimento è ancora in corso dinanzi alla Procura della Repubblica di Paola, con nuovi accertamenti e nuovi approfondimenti”.
Soddisfazione è stata espressa dal sindaco del Comune di Tortora, Pasquale Lamboglia.
“Il mio sogno – ha detto – è che su quei terreni, una volta bonificati, si realizzi un parco verde intitolato a tutti gli operai che sono deceduti per colpa di quella fabbrica. Abbiamo resistito a tutte le pressioni e anche alle lusinghe avanzate dai responsabili civili”.