Mancano quattro fisioterapisti su cinque nella struttura di località Petrosa. Una paziente: “Vergogna”. Ecco cosa ci ha scritto.
SCALEA – Una segnalazione di disagio sanitario nell’Alto Tirreno cosentino è giunto alla nostra redazione.
A inviarcelo la signora Patrizia Papasidero, da tempo paziente presso il poliambulatorio di Scalea in località Petrosa.
“Ma dove sono finiti i fisioterapisti”? si chiede la donna.
“Etica, cura, salute, attenzione. Tanti potrebbero essere gli aggettivi da dover attribuire ad un’azienda che si occupa della salute e del benessere del cittadino, ma vergogna è l’unica che mi sovviene.
L’Asp a Scalea, fino a qualche mese fa, poteva vantare di un valido centro fisioterapico, ma oggi tutto è cambiato. Da tempo mi avvalgo di questo servizio che con costanza, impegno e continuità mi ha permesso di riscontrare progressi in positivo.
A causa del disservizio degli ultimi mesi, in mancanza di quattro fisioterapisti su cinque, è diventato impossibile per me, come per altri pazienti, essere seguita dall’unica fisioterapista rimasta a gestire i disagi e a portar avanti, in maniera lenta ma eccelsa, le terapie dei sopracitati.
La mia non è una richiesta o un Sos, ma un urlo tonante e fragoroso per una tempestiva risoluzione di questo problema, con il qual conviviamo ogni singolo secondo della nostra giornata e che genera gravi ripercussioni sulla nostra qualità di vita.
Sono convinta che unendo le forze e condividendo in tanti – ha concluso – qualcosa potrebbe finalmente cambiare”.