Per protesta i bambini restano fuori dalla scuola. “Promesse disattese dal provveditore di Cosenza” sbottano i genitori che chiedono il diritto all’istruzione di qualità
AIETA – Quattro classi in una.
È quanto succede ad Aieta in questo primo scorcio di anno scolastico per la locale scuola primaria. Prima, seconda, terza e quinta elementare: tutti insieme nella “pluriclasse”.
Una circostanza che ha prodotto, ad oggi, una serie di promesse non mantenute. E una vibrante protesta di alunni e genitori, sposata dall’intera comunità aietana.
C’è delusione nel piccolo centro montano dell’Alto Tirreno cosentino. I genitori si sentono presi in giro per le promesse non mantenute dalle istituzioni preposte. C’è rabbia, perché la formazione dei giovani è un settore troppo delicato per restare immobili a subire l’assenza delle condizioni minime indispensabili.
La protesta: vogliamo una scuola di qualità
Questa mattina, è ripresa la protesta contro il “mancato mantenimento della promessa”. Il riferimento è a quanto avrebbe sostenuto il provveditorato di Cosenza. Ovvero di “trovare un’insegnante in più per la scuola primaria, in modo da dividere la maxi pluriclasse composta da 4 classi” fanno sapere i protestanti.
Sul cancello e sulla recinzione del plesso sono stati issati alcuni striscioni. “Stiamo rivendicando un nostro diritto”, “Provveditore pagliaccio” e “Abbiate rispetto” alcuni degli slogan. Sul posto anche i carabinieri, ma non si sono verificati problemi di sicurezza.
“Una promessa – specificano – fatta ad una delegazione di genitori e amministratori comunali ricevuti il 10 settembre presso il suo ufficio. Promessa ribadita nel corso delle settimane successive ad ogni contatto telefonico avuto tra amministrazione comunale e segreteria del provveditorato”.
La protesta, con il mancato ingresso a scuola, era già partita nella prima settimana di lezioni. Poi una interruzione, una tregua dopo le rassicurazioni ricevute in merito.
“Ma – hanno ribadito oggi con forza i protestanti – quella promessa non è stata mantenuta. Aieta – hanno aggiunto – avvia una protesta di massa contestando la scelta fatta e chiedendo il rispetto del diritto alla qualità nella scuola anche nelle piccole realtà”.
Disagio nel disagio, tra gli alunni della primaria anche un bambino disabile per il quale sarebbe necessaria la presenza di un insegnante di sostegno. Su questo genere di difficoltà avevamo recentemente raccolto lo sfogo di una insegnante di Praia a Mare.
“Aieta – altra dichiarazione dei protagonisti della protesta – come altri comuni calabresi, manifesta il disagio dell’accorpamento delle classi. L’istruzione dei nostri figli è un diritto che non dev’essere improvvisazione”.