Un nuovo porto turistico potrebbe essere finanziato dalla Regione Calabria nell’Alto Tirreno cosentino. Gli indizi portano a Tortora dove se ne parla dagli Anni ’70. Il punto su Scalea, Diamante, Cetraro.
TORTORA – L’Alto Tirreno cosentino potrebbe avere un porto.
Si tratta di indiscrezioni sulla possibilità che un’imminente bando della Regione Calabria per la nuova portualità preveda in quest’area un nuovo approdo.
Secondo le stesse indiscrezioni, la cosiddetta Porta della Calabria potrebbe essere premiata con un finanziamento. L’infrastruttura potrebbe sorgere lungo il tratto di costa dei comuni di San Nicola Arcella, Praia a Mare e Tortora. Quest’ultimo centro rivierasco, in particolare, potrebbe essere la sede individuata. Siamo ancora nel campo delle ipotesi.
Le amministrazioni comunali avrebbero più volte incontrato Francesco Russo, l’assessore alla Portualità della Regione Calabria. Piedi per terra, però, e bocche cucite fino a che le parole non finiranno nero su bianco in un bando che è atteso da tempo e al quale poi si dovranno avanzare candidature da vagliare e infine approvare. Insomma: calma.
Intanto, però, nel corso dell’ultimo consiglio comunale di Tortora, la possibilità ha incassato il sostegno del leader dell’opposizione Raffaele Papa.
Tortora e il porto: una lunga storia
La prospettiva è di non poco conto da queste parti.Basti ricordare che proprio Tortora, a partire dai primi Anni ’70 e per un trentennio, ha inseguito senza successo un progetto di Porto canale alla foce del fiume Noce.
Di esso si ricordano un enorme plastico che per decenni ha stazionato con la sua mole nella sala consiliare e l’esproprio dei terreni con conseguente contenzioso giuridico una volta sfumata l’idea.
Porti e Tirreno cosentino
L’indiscrezione sull’imminente bando sulla nuova portualità arriva a poche ore dall’annuncio del finanziamento per 20 milioni di euro dalla Regione Calabria per 4 porti esistenti.
Tra questi figura Cetraro, nell’area del Medio – Basso Tirreno cosentino, e che dunque si consolida come punto di riferimento per i diportisti che scelgono la costa tirrenica. Di recente, inoltre, il porto cetrarese ha registrato sforzi per il suo rilancio e per svincolarsi dal controllo dalla criminalità organizzata locale, anche sul versante della pesca.
L’ipotesi di un porto a Tortora potrebbe suonare come beffa per Diamante e Scalea? È quantomeno una chiave di lettura ipotizzabile. Anche negli altri due comuni della Riviera dei Cedri si parla di approdi turistici da moltissimi anni.
Il porto di Diamante è forse l’opera pubblica incompiuta più famosa del territorio. Negli anni, i lavori sono partiti e si sono interrotti più volte e l’intera vicenda è una matassa burocratico-politica difficile da sbrogliare.
Seppur la sua realizzazione sembrasse a buon punto, il porto di Scalea, invece, era ancora solo “sulla carta” quando è finito nel vortice dell’inchiesta Plinius della Dda che portò allo scioglimento dell’ente per infiltrazioni mafiose e all’arresto di amministratori comunali e ‘ndranghetisti locali.
Per l’approdo all’ombra di Torre Talao gli inquirenti sapevano di tentativi di infiltrazioni della Camorra nella ditta aggiudicataria dell’appalto.