Ornicoltura: passione diffusa ma poco conosciuta. Ne abbiamo parlato con l’allevatore Francesco Stuppello. Occuparsi di uccelli non è solo mostre ed esposizioni e occhio alle differenze con i bracconieri.
TORTORA – Passione ornicoltura.
Volevamo capire cosa c’è dietro alla passione per l’allevamento di uccelli, ad un hobby di cui si parla molto poco e che invece coinvolge molti appassionati.
Abbiamo allora chiesto a Francesco Stuppello, allevatore della Riviera dei Cedri, di guidarci in questo mondo.
Originario di Tortora, ma da qualche tempo abitante di Acquappesa, ha iniziato da piccolissimo a prendersi cura di uccelli di ogni genere per poi specializzarsi in alcune razze specifiche. Lucherini testanera mutati e ancestrali, canarini scotch fancy, diamanti di Gould e canarini agata opale gialli.
Ha partecipato a competizioni ornitologiche dal 2002 e vanta un palmares di tutto rispetto.
- 2 podi ai campionati del mondo.
- 9 podi ai campionati italiani.
- 11 podi nelle competizioni internazionali.
- 32 podi ai campionati regionali.
- 121 podi alle manifestazioni specialistiche I.E.I.
- 85 podi alle mostre ornitologiche.
- 11 premi speciali.
- 8 campioni razza.
È iscritto alla Federazione ornicoltori italiani onlus mediante l’Associazione Ornitologica cosentina ed al Registro Nazionale Allevatori con la sigla 24AR.
Francesco ci ha spiegato come esista un movimento associativo che vive di mostre ed esposizioni dove scambiarsi conoscenze e di come, invece, la cosa possa essere anche vissuta nell’intimo come una “piccola” fuga dallo stress quotidiano.
Ci ha parlato della sua esperienza personale, regalato qualche consiglio per coloro che volessero approcciare questo mondo e spiegato perché gli ornicoltori sono diversi dai bracconieri.
Ecco cosa ci ha raccontato.
L’intervista
Infopinione: Come è nata in te questa passione?
Francesco Stuppello: Ho iniziato da piccolissimo. Il mio primo canarino mi è stato regalato da uno zio su mia esplicita richiesta quando avevo quattro anni. Da allora l’ornicoltura è diventata una passione che mi ha sempre accompagnato nella vita.
I: È solo un hobby?
FS: Nel mio caso, come in quello della stragrande maggioranza degli ornicoltori, è il principale hobby.
I: Ci si guadagna qualcosa o, addirittura, se ne può fare una professione?
FS: In genere ci si guadagna in antistress, intrattenimento e rapporti umani. Spesso quando qualcosa mi va storto e sono arrabbiato me ne vado nel mio piccolo allevamento e mi passa tutto. Faccio una sorta di “pet-terapy”.
Grazie a questa passione ed al web, ho conosciuto un sacco di gente in ogni parte del mondo. La passione ci accomuna e abbatte qualunque muro, non esistono differenze di colore di pelle, diversità di credo, appartenenza politica o di ceto sociale.
Dal punto di vista economico invece ci si rimette solo soldi perché, come qualunque altra passione, ha dei costi. Alcuni però ne hanno fatto una professione. Soprattutto da quando è iniziata la crisi in Italia, trovandosi senza lavoro, diversi appassionati hanno aperto petshop fisici o online, anche se non a tutti è andata bene.
I: Come ci si avvicina a questo mondo?
FS: Per me è stata una questione di eredità perché ho seguito mio padre. Credo che comunque serva una propensione generale verso il mondo animale.
A volte le associazioni italiane organizzano eventi divulgativi per far conoscere questa passione in un determinato territorio. Si invitano le scuole alle mostre ornitologiche, ma nella stragrande maggioranza dei casi ci si cerca tra appassionati. Poi, grazie ad internet è diventato tutto più facile.
I: Cosa consiglieresti ad un neofita?
FS: Prima di prendere un canarino o un qualunque animale, bisogna valutare attentamente tutti i suoi bisogni. Capire che non ci si trova di fronte ad un gioco ma ad un essere vivente, che regala tanta gioia, ma allo stesso tempo richiede tante cure.
È una passione che richiede anche tanti sacrifici, perché bisogna accudire sempre i propri uccelli, anche nei giorni di festa e di vacanza. Bisogna essere responsabili, insomma, e accettare l’impegno continuo.
I: Di cosa avrebbe bisogno un novellino per iniziare e quanto gli costerebbe?
FS: Per iniziare serve tanta, ma tanta passione. A livello economico invece si può cominciare con un canarino o un diamante mandarino reperibili in un petshop, una gabbietta delle giuste dimensioni, miscela specifica, un buon pastoncino e tanta acqua fresca. In soldoni, si inizia veramente con pochi euro.
I: Sul territorio del Tirreno cosentino c’è un organo-associazione di riferimento?
Ci sono tre associazioni ornitologiche. Una a San Lucido, la Paolana, e due nel comune di Amantea, la Tirrenica e la Nepetina.
I: Mi parli della mostra ornitologica di Paola?
FS: Sì, la mostra ornitologica di Paola è una manifestazione specialistica I.E.I., ovvero: uccelli Indigeni, Esotici ed Ibridi. Nella sua categoria è la più grande del Sud Italia.
Sono stato uno degli organizzatori nel 2011 e nel 2012. Si svolge annualmente in novembre e richiama un gran numero di allevatori e appassionati del settore provenienti da tutto il Centro – Sud Italia.
I: Avete contrasti con il mondo animalista – ambientalista?
Salvo qualche sporadico episodio a livello nazionale, dovuto ad incomprensioni, non abbiamo mai avuto di questi problemi. Le associazioni ornitologiche fanno capo alla federazione, la Foi, che ha sede a Piacenza, ente riconosciuto sin dal 1949 con lo scopo di promuovere lo studio, il miglioramento, lo sviluppo e la conservazione del patrimonio ornitologico.
Sono i bracconieri ad avere problemi con loro. Noi siamo ornicoltori. Loro uccidono e catturano in modo illegale, noi alleviamo e selezioniamo uccelli nati in gabbia da generazioni. Anche chi alleva uccelli indigeni, alleva solo uccelli nati in gabbia da genitori con regolare certificato di cessione e sempre con apposita autorizzazione regionale.