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San Sago, il comune di Tortora chiama Pierpaolo Bruni

Fallito il Comitato politico per il fiume Noce (non ancora sciolto) il Comune di Tortora e Libera si giocano la carta procura di Paola. Pronta una richiesta al procuratore capo Pierpaolo Bruni per riprendere in mano l’intricata vicenda.

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TORTORA – Il procuratore capo di Paola Pierpaolo Bruni si impegni nell’intricata vicenda San Sago.

La richiesta giunge dal Comune di Tortora e da Libera Lagonegrese. Una sorta di “ultima carta” da giocare nella partita contro il depuratore privato di rifiuti liquidi a pochi metri dal fiume Noce. L’impianto ha ripreso a lavorare da qualche tempo, seppur ancora a basso regime. Ma secondo l’ente e l’associazione antimafia “senza le necessarie autorizzazioni”.

Si ritiene che ci sia la possibilità che nel corso dell’iter autorizzativo possano essere stati compiuti dei reati. Per questo si vuole che la procura indaghi, come era già stato anticipato poco tempo fa.

san sago tortora fiume noce
L’impianto di San Sago e la Valle del Noce

Intanto il Cominoce è defunto

Non è ancora stato messo nero su bianco, ma pare che il Comitato per la salvaguardia ambientale del fiume Noce (Cominoce, ndr) abbia esalato il suo ultimo respiro.

Nel corso della sua ultima riunione si è registrato uno strappo, pare insanabile, nell’organo in cui anni fa erano confluiti comuni calabresi e lucani, oltre a sigle ambientaliste.

L’organismo è stato messo ko da scarsa partecipazione e da “giochetti politici”. Così li ha definiti il sindaco di Tortora, Pasquale Lamboglia, tra i primi oppositori all’impianto e spesso voce critica contro lo scarso impegno del versante Lucano.

Con alcuni distinguo. L’impegno non è mancato da parte di Maratea e Trecchina, centri interessati direttamente dal problema. O da parte dell’attuale vicesindaco di Lagonegro, Maria Di Lascio, componente di Libera.

“La parte restante e più consistente – dice rammaricato Lamboglia – è presa da altri problemi. Inoltre il fiume Noce è un tema delicato per loro. I depuratori comunali che sfociano nel corso d’acqua sono da tempo indicati come probabile fonte di inquinamento. Però sono gestiti da Acquedotto lucano, con il quale pare sia difficile trovare una soluzione”.

Insomma, il giochetto consisterebbe nel dare una colpo al cerchio e uno alla botte, senza però disturbare troppo delicati equilibri politici della regione governata da Marcello Pittella.

Il disimpegno dei comuni lucani

L’area Sud della Basilicata, ha trovato da tempo identità nell’Unione lucana del Lagonegrese. I comuni della Valle del Noce hanno in definitiva fatto sapere “di non voler fare alcuna discussione, attendendo un impegno da parte dei sindaci dell’Alto Tirreno cosentino”.

Forti, in questo, di una recente presa di posizione della Regione Basilicata. L’ente ha sollecitato Oliverio a fare chiarezza.

Ha chiesto, nel frattempo, di sospendere qualsiasi attività del depuratore e intimato al privato di fornire tutta la documentazione ambientala necessaria.

Questi gli atti richiesti:

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  • Una nuova Valutazione di impatto ambientale (Via)
  • e di incidenza ambientale (Vinca)
  • oltre a un riesame dell’Autorizzazione integrale ambientale (Aia).

Da palazzo Campanella, però, nessuna risposta.


About Andrea Polizzo

Giornalista professionista dal 2010 e blogger. Sin dal 2005 matura esperienze con testate regionali di carta stampata, on-line e televisive. Attualmente collabora con il mensile d'inchiesta ambientale Terre di Frontiera e con il network VicenzaPiù. Ideatore di blogtortora.it, caporedattore e coordinatore di www.infopinione.it.

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