Da un mese Potenza ha chiesto a Catanzaro chiarezza sugli impianti di depurazione di San Sago di Tortora. Per comuni e ambientalisti mancherebbero autorizzazioni. La Regione Basilicata sollecita anche Ministero dell’Ambiente e Procura della Repubblica di Paola.
San Sago: il pressing della Regione Basilicata
TORTORA – La Regione Basilicata in pressing sulla Calabria per fare luce sugli impianti privati di depurazione di San Sago.
Il depuratore della frazione di Tortora a due passi dal fiume Noce ha di recente ripreso a funzionare. Ma senza tutte le necessarie autorizzazioni, come risulterebbe al Comitato per il Fiume Noce e a Italia nostra Alto Tirreno cosentino. Mancherebbe la Valutazione di incidenza ambientale (Vinca, ndr).
Anche per questo, il Cominoce e gli ambientalisti hanno sollecitato la Regione Basilicata. L’ente, in risposta, lo scorso 15 settembre ha invitato Regione Calabria, Ministero dell’Ambiente e Procura della Repubblica di Paola a fare chiarezza.
Le richieste alla Regione Calabria
Ecco cosa ha chiesto la Regione Basilicata alla Regione Calabria circa un mese fa.- Di confermare la sospensione dell’esercizio dell’impianto di San Sago, subordinandone la ripresa alla positiva conclusione di un nuovo procedimento di Valutazione di impatto ambientale (Via, ndr) comprensivo della Vinca e del riesame dell’Autorizzazione integrale ambientale (Aia, ndr).
- Di invitare la società a presentare le dovute istanze, corredate dai documenti richiesti dalle norme di settore, necessarie all’ottenimento del giudizio di compatibilità ambientale, del parere di valutazione di incidenza e del riesame dell’autorizzazione integrata ambientale.
- Di tenere presente, nella produzione dei documenti richiesti, della presenza dell’impianto di compostaggio confinante con il depuratore e riconducibile alla medesima gestione.
- Di subordinare la ripresa dell’esercizio dell’impianto all’esito favorevole dei tre documenti richiesti.
- Di essere coinvolta nei procedimenti al pari di altri enti: comuni, Provincia di Potenza e Autorità di bacino lucana.
Le richieste al Ministero dell’Ambiente
- Di esercitare pressione nei confronti della Regione Calabria.
- Di accogliere la richiesta del Comune di Tortora a sostituirsi all’ente regionale calabrese se questo non dovesse provvedere
Le richieste alla Procura della Repubblica di Paola
- Di verificare se nell’iter autorizzativo dell’impianto ed il successivo esercizio si siano verificate eventuali ipotesi di reato.
Il “nodo” Vinca
La Valutazione di incidenza ambientale è stata ritenuta fondamentale per riattivare l’impianto dal Ministero dell’Ambiente. A maggio del 2016, il dicastero ha scritto alla Regione Calabria.
Poco dopo, il dipartimento Ambiente e territorio calabrese ha invitato la ditta che gestisce l’impianto a produrne una alla Regione Basilicata. A seconda dei risultati della verifica si sarebbe deciso se autorizzare o meno la riapertura dell’impianto.
La proprietà, però, non avrebbe mai presentato la documentazione richiesta all’ente lucano, né fornito le autorizzazioni necessarie al Comune di Tortora.
I depuratori lucani
Sulla questione della salute del fiume Noce inciderebbero anche i depuratori comunali dei centri lucani attraversati dal corso d’acqua. Il Cominoce ha chiesto alla Regione Basilicata di fare il punto sul loro funzionamento.