Si è aperto il procedimento a carico di Achille Taglialatea, Giampiero Poltero e Fabio Iaccino. Sono accusati di omicidio colposo. L’operaio Antonio Bufanio perse la vita mentre lavorava a una cabina elettrica del depuratore comunale di Fiumefreddo Bruzio.
Morì fulminato da una scarica elettrica della cabina del depuratore: in tre a giudizio.
Si tratta di Achille Taglialatela (amministratore della Impetec Costruzioni Spa), Giampiero Poltero (legale rappresentante della ditta Tecnologia e Sicurezza, che operava su richiesta della Impetec) e Fabio Iaccino (all’epoca dei fatti responsabile dell’Utc di Fiumefreddo).
Sono difesi dagli avvocati Coppola, Belvedere e Zicarelli. Sono tutti accusati di omicidio colposo.
Secondo le accuse Taglialatela non avrebbe provveduto al controllo e manutenzione degli impianti e dispositivi di sicurezza, né tantomeno alle valutazioni sui rischi da contatti elettrici.
Poltero non avrebbe invece adottato misure tecniche ed organizzative necessarie a eliminare o ridurre i rischi elettrici o a individuare dispositivi di protezione collettivi e individuali.
Iaccino, infine, di non aver adempiuto agli obblighi di controllo e di sorveglianza nonostante le comunicazioni inviate nel 2011 dalla ditta Impec in ordine alla necessaria manutenzione semestrale.
Tutti quindi, in concorso tra loro, avrebbero cagionato per imperizia e negligenza la morte di Antonio Bufanio.
L’uomo stava provvedendo alla sostituzione di un fusibile bruciato nella cabina di trasformazione (20mila volt) del depuratore di Fiumefreddo.
Bufanio, 40 anni, è spirato nell’ospedale di Napoli dopo essere rimasto quindi folgorato da quella scarica elettrica. L’uomo era con alcuni colleghi quando è stato investito dalla scarica.
Nel procedimento è costituito come parte offesa il fratello dell’operaio, difeso dall’avvocato Michele Rizzo.