Sei anni fa in un sinistro avvenuto sul Lungomare di San Lucido morì Domenico Carbone, 23enne del posto. La manovra errata di una donna al volante di una Kia gli costò la vita. Il tribunale di Paola ha condannato Maria Aloise a 1 anno e 4 mesi di carcere.
PAOLA – La morte del 23enne Domenico Carbone ha un colpevole.
Il tribunale di Paola in seduta monocratica presieduto dal giudice Giulio De Gregorio ha condannato Maria Cristina Aloise a un anno e quattro mesi di carcere. La donna dovrà anche pagare le spese processuali e i danni a favore delle tre parti civili, difese dall’avvocato Libero Borsani, nella misura di 35mila euro ciascuna. I fatti sono accaduti il 27 luglio 2011.
Lo sfortunato giovane è perito nel fiore dei suoi anni. Iscritto alla scuola per infermieri dell’università di Catanzaro amava anche fare il dj. Un destino beffardo il suo. Quel giorno, si era recato in moto alla commemorazione della morte di un altro ragazzo, avvenuta al confine tra San Lucido e Paola.
Aveva il casco ma non è servito. Nel terribile incidente il ragazzo è morto quasi all’istante. Le indagini istruite dall’allora pm Maria Camodeca sono state condotte dai carabinieri della compagnia di Paola.
I dettagli della vicenda
Per l’accusa, rappresentata dalla procura di Paola che ha ricostruito nei dettagli il sinistro, la donna alla guida di una Kia Pride per colpa dovuta a “negligenza, imprudenza e imperizia” cagionava la morte di Carbone che era alla guida di uno scooter.
L’incidente è avvenuto sul lungomare di San Lucido e la donna avrebbe occupato con una brusca manovra la corsia opposta. Il tratto era a visuale libera. Forse Aloise distratta ha effettuato quella sterzata repentina in violazione al codice della strada.
In particolare “non si assicurava di poter effettuare la suddetta manovra senza recare intralcio agli altri utenti della strada; ometteva di dare precedenza al motociclo che percorreva via lungomare a San Lucido in direzione di marcia Nord-Sud; e infine non da ultimo si rileva come Carbone in quanto circolante sulla strada avesse il diritto di precedenza”.
Quindi la collisione tra i mezzi e l’impatto terribile del giovane sull’asfalto.
Le parti offese costituite a giudizio sono Natalina Annunziata, Maria Scarpelli e Salvatore Di Bella.