Nel 2012 tre commercianti aggredirono e minacciarono una vigilessa a Diamante. Assolti dal tribunale di Paola per il reato di resistenza a pubblico ufficiale. Il giudice ha accolto le tesi difensive. L’aggressione è stata ritenuta leggera. Per due imputati che avevano minacciato la donna “il fatto non sussiste”.
DIAMANTE – Tre commercianti di Diamante sono stati assolti dalle accuse di resistenza a pubblico ufficiale.
La sentenza del tribunale penale monocratico di Paola è giunta venerdì scorso al termine di un processo che vedeva imputate tre persone accusate di aver aggredito una vigilessa della polizia municipale di Diamante. La vicenda aveva fatto molto discutere nella città dei murales.
I fatti risalgono al 2012. La vigilessa aveva da poco elevato un verbale di contravvenzione per divieto di sosta quando è stata avvicinata dai tre commercianti. Uno degli imputati ha reagito con particolare violenza fisica e verbale nei confronti della donna. La vigilessa è stata afferrata dal braccio dall’uomo che l’ha scossa facendole cadere il blocchetto delle multe.
Subito dopo sono intervenuti gli altri due imputati che avrebbero minacciata di morte il pubblico ufficiale arrivando ad avvertirla del fatto che erano “a conoscenza della sua abitazione e che quella multa gliela avrebbero fatta mangiare”.
La vigilessa, impaurita, è fuggita dal luogo dell’aggressione. In seguito sono stati allertati i carabinieri della stazione di Diamante per gli accertamenti del caso.
Il commento del difensore degli assolti
I tre uomini del posto erano difesi dall’avvocato Francesco Liserre.
“La lunga istruttoria dibattimentale – ha detto – ha contribuito a fornire, dal punto di vista difensivo, una credibile ricostruzione alternativa della vicenda. Nell’arringa si è riusciti a dimostrare l’insussistenza dell’ipotesi concorsuale a carico dei due imputati sopraggiunti alla discussione. Ma anche la particolare tenuità e il minimo disvalore della condotta perpetrata dal principale imputato nel contestare, se pur con particolare virulenza, l’operato del verbalizzante. Il giudice, nonostante la richiesta di quattro mesi di reclusione avanzata dal PM, accogliendo pienamente le nostre argomentazioni ha assolto i tre imputati. Due di essi perché il fatto non sussiste. L’altro per non essere punibile per particolare tenuità del fatto”.