L’attore Enzo Limardi candidato sindaco di Paola per cinque sigle rappresentanti la sinistra cittadina. Una candidatura distante dalla “grande ammucchiata” che sostiene il socialista Roberto Perrotta. E i Cinque stelle cosa faranno? Intanto nel Pd è piena diaspora.
PAOLA – In campo alle prossime amministrative ci sarà anche il candidato della sinistra.
Quella sinistra che ha rifiutato la “grande ammucchiata”, con riferimento alla coalizione che appoggia Roberto Perrotta. Sarà quindi in campo l’attore Enzo Limardi espressione di quell’area che dovrebbe accomunare cinque sigle.
E non è escluso che anche i cinque stelle riusciranno a comporre una lista con un suo candidato a sindaco. Da tre, i papabili ad occupare la poltrona di primo cittadino, passeranno allora a cinque.
Nel frattempo la diaspora del Pd si chiude con un forte calo degli iscritti. Al 28 febbraio, ultimo giorno per concludere il tesseramento relativo al 2016, almeno 77 persone hanno inteso non rinnovare la propria iscrizione.
È quel gruppo che qualche giorno prima aveva scritto a Guglielmelli e Magorno. L’area riformista oggi sbatte la porta. Qualcuno di loro (sette per la precisione) è solo rimasto per portare a termine il “compito” di far sentire la voce della corrente alternativa alla segreteria. L’appuntamento potrebbe già essere ad aprile mese nel quale si terranno i congressi. E non saranno di certo rose e fiori.
Tutto questo mentre Di Natale continua ad assicurare il sostegno a Perrotta. Il capogruppo dei democrat nonostante la sua proverbiale indecisione non dovrebbe tornare indietro. Quel che è fatto è fatto, avrebbe riferito ai suoi fedelissimi. Un ripensamento in extremis adesso sembra un’utopia nonostante la contrarietà della segreteria provinciale.
Il Pd si troverà adesso su una sponda dove troverà ad attenderli non soltanto Tonino Pizzini e Giovanni Gravina (due ormai ex Fi), ma anche Franco Aloise, già presidente del consiglio per Alleanza nazionale e Lucio Cortese, storico segretario del partito della rifondazione comunista. Solo per dirne qualcuno.
Tutti convinti della forza della cosiddetta Coalizione di salute pubblica. Il dibattito politico è molto animato è c’è chi oggi avanza perplessità. Perplessità legittime sulla tenuta di una coalizione elettoralmente forte, ma che accomuna molti comandanti che dovranno necessariamente mettersi al servizio del generale Roberto Perrotta.