Assunzioni in cambio di consenso: il sindaco di Amantea Monica Sabatino e il padre Giuseppe accusati di voto di scambio. Indagini chiuse dalla procura di Paola.
AMANTEA – Voto di scambio in concorso, questa una delle accuse mosse dalla Procura della Repubblica di Paola nei confronti del sindaco di Amantea, Monica Sabatino e del padre Giuseppe.
Un’accusa grave che rischia di travolgere il primo cittadino nepetino e di conseguenza l’esecutivo. La notifica di chiusura indagini sul caso dei vigili urbani assume il ruolo di spartiacque nella consiliatura.
Nelle scorse ore gli agenti di polizia del commissariato di Paola hanno provveduto a notificare l’atto al primo cittadino ed al padre Giuseppe Sabatino che, al momento, svolge attività volontaria non retribuita nell’ufficio ragioneria a fianco della segretaria dell’ente Maria Luisa Mercuri. Sabatino senior dopo aver svolto le sue funzioni per quarant’anni nel palazzo municipale ha voluto comunque continuare la sua opera ed è stato inquadrato come esperto non retribuito.
I reati contestati non si riferiscono comunque alle professionalità del ragioniere, ma all’ipotesi di concorso continuato che con la figlia avrebbero architettato per ottenere voti in occasione della campagna elettorale del 2014.
Nello specifico Sabatino senior avrebbe fatto pressioni sugli agenti di polizia municipale in attesa di stabilizzazione, limitandone la capacità discrezionale, affinché recassero vantaggio alla lista “Rosa arcobaleno”.
Si tratta, nello specifico, del più classico voto di scambio: da una parte il consenso, dall’altra l’uso del potere per favorire l’assunzione di qualcuno. La vicenda dei vigili urbani non stabilizzati affonda le radici nel passato. Gli agenti in questione avevano raggiunto il limite dei 36 mesi di servizio nello stesso ruolo nella pubblica amministrazione e sulla base di una direttiva europea avrebbero maturato il diritto all’assunzione definitiva.
Le cose non andarono in questo modo, e tra promesse e pareri legali, venne pubblicato il bando di selezione, ma nessuno dei vigili che si erano presentati superò le prove. La parola passò dunque alle carte bollate e si diede avvio alle indagini, coordinate dal sostituto procuratore Anna Chiara Fasano che coinvolse in questa attività i carabinieri della compagnia di Paola. Poi anche la polizia di Stato è stata interessata dalla procura alla vicenda e dopo circa quattro mesi di lavoro si è arrivati alla cronaca delle ultime ore.
Tra le ipotesi di reato contestate il concorso continuato nel tempo finalizzato al voto di scambio. Sabatino senior, sulla base degli articoli 56, 610 e 61/2 del codice penale avrebbe minacciato un vigile urbano “compiendo atti idonei al fine di coartare la sua libertà di autodeterminazione, paventando la perdita dell’opportunità di stabilizzazione lavorativa”.
Il sindaco, invece, avrebbe violato gli articoli 110, 81 (cpv) del codice penale, poiché “con più azioni esecutive di un medesimo disegno criminoso” ed in concorso con il padre “prometteva in favore di numerosi elettori inquadrati come precari nel corpo di polizia municipale vantaggi consistenti nella stabilizzazione del contratto attraverso il superamento del concorso per l’assunzione di sette vigili urbani”.
Adesso i due indagati hanno venti giorni di tempo per produrre eventuali memorie difensive.