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Sanità, lacrime amare tra Paola e Cetraro

Spoke Paola – Cetraro: ospedali in ginocchio. Serve la riorganizzazione e l’assunzione dei precari. Lo Smi e il comitato Bonavita intervengono su posizioni differenti.

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PAOLA – I pronto soccorso scoppiano. Pochi medici e infermieri. Le liste di attesa sono ben lungi dall’essere sfoltite. Per alcune di loro si parla anche di tre mesi. La stagione estiva negli ospedali di Paola e Cetraro si ripresenta con tutte le sue ataviche e annose difficoltà.

La situazione non è facile. Occorrerebbe attuare il decreto Scura senza tentennamenti, sostiene il comitato popolare Bonavita ma anche, come aggiunge il Sindacato medico italiano, mettere gli ospedali nella condizioni di dare risposte agli utenti.

Smi in merito alla situazione sanitaria rileva: “Come una malattia cronica, caratterizzata da periodiche riacutizzazioni, la diatriba sui rispettivi ruoli degli ospedali di Cetraro e Paola, attira l’attenzione e la devia dai reali problemi della tutela della salute del Tirreno cosentino. Mentre nel resto d’Italia, già da un paio di decenni si è avviati a una razionalizzazione della rete ospedaliera, con la chiusura delle strutture piccole ed il loro naturale accorpamento in presidi con almeno 300 posti letto, tra Paola e Cetraro ci si ostina a difendere l’indifendibile”.

Il sindacato dei medici italiani comprende come possa essere doloroso per un cetrarese o un paolano, pensare di chiudere l’ospedale della propria città, ed è naturale che di fronte a questa prospettiva la gente insorga, ma aggiunge: “Chi si reca in ospedale cerca risposte diagnostico terapeutiche corrette, non bada certo se deve percorrere 30 chilometri: la prova sta proprio nei famosi viaggi della speranza in altre regioni, che costano tanti soldi alla regione. Come Smi eravamo stati facili profeti, affermando che era meglio farlo per tempo un moderno ospedale che avesse oltre alle divisioni di base una strumentazione adeguata necessariamente ubicata in un solo centro. È necessario evitare campanilismi, considerare che la salute è un diritto, la nostalgica difesa dei vecchi ospedali, non è la soluzione ai nostri mali, bensì é necessario un solo nuovo ospedale”.

Il Bonavita invita invece il dg dell’Asp, a procedere senza indugi alla realizzazione di quanto previsto nei suddetti decreti che per quanto riguarda il territorio meridionale del Tirreno (capofila città di Paola) rendono giustizia, almeno parziale, di ritardi vergognosi esistenti nella erogazione dei servizi imposti dalla sacrosanta difesa del diritto alla salute. A oltre quattro mesi dalla emissione del decreto 30 nulla si è mosso. Spetta ai commissari Scura e Urbani intervenire senza indugi”.

Per il comitato: “Il presidente Oliveiro viene chiamato in ogni dove per soluzioni parziali e particolari, che spesso esulano da quel contesto di cui se ne è denunciata la mancanza, inserendosi nel solito alveo delle logiche clientelari e del malaffare, schierandosi maldestramente tradendo il suo dovere di mantenersi al di sopra delle parti, ostacolando il dispiegamento e la messa in atto di tutto quanto previsto dai decreti 30 e 64 sulle linee dettate dal Governo ai commissari Scura e Urbani”.

Un chiaro riferimento al nosocomio di Cetraro. E ancora, ai commissari, “è necessario che predispongano gli adempimenti necessari, se non vogliono vanificare l’attività svolta nella difficile opera di riorganizzazione”. Infine un annuncio: se non si attuerà il decreto Scura i cittadini, a Paola, sono pronti a proteste eclatanti.

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About Francesco Maria Storino

Attualmente collaboratore della Gazzetta del Sud ha lavorato per La Provincia, Comunità 2000, Edizioni master, Il Quotidiano della Calabria e Corriere dello Sport. Cura particolarmente la cronaca giudiziaria.

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