La storia di due uomini di San Lucido: nel 1958 curati con un vaccino antipolio mal conservato. La malattia e la causa. Il risarcimento milionario solo nel 2016.
PAOLA – Il vaccino era infetto, 1milione e 200mila euro di risarcimento ciascuno a due uomini di San Lucido. E il Ministero della Salute dovrà anche pagare loro una retta mensile di 6mila euro al mese.
I fatti risalgono a fine Anni ‘50. Più di mezzo secolo passato con la poliomielite una grave malattia infettiva a carico del sistema nervoso centrale che colpisce soprattutto i neuroni motori del midollo spinale. Nel 1958 i due, all’epoca neonati, dopo essere stati vaccinati accusano febbre molto alta e, ricoverati presso l’ospedale di Cosenza, i sanitari diagnosticano loro “poliomielite di tipo AA”.
La malattia causava un forte deficit fisico, ossia una forte limitazione funzionale a una gamba che li ha penalizzati e limitati per anni. Per un errore terapeutico (in particolare di conservazione del vaccino) i due malcapitati finivano per essere ennesime vittime della malasanità italiana.
Nel 2014, difesi dall’avvocato Anna Di Santo del foro di Paola, adivano al tribunale di Paola per la tutela dei propri diritti e, dopo solo un anno il primo dei due protagonisti di questa vicenda otteneva giustizia con una sentenza di accoglimento della domanda giudiziaria. Alcuni giorni fa, identico esito è toccato al secondo.
In particolare i magistrati del tribunale di Paola (prima il giudice Stella e di recente Cozzolino, ndr) hanno riconosciuto ai due danneggiati l’indennizzo previsto dalla legge 210/1992, nonché l’indennità ex articolo 1 e di quello cosiddetto “una tantum”, ex articolo 4 della legge 229/2005 e, quindi, assicurato ai due un risarcimento pari a ben 1milione e 200mila euro da erogare subito. E ancora: una rendita vitalizia di seimila euro al mese.
Nella sentenza del caso più recente il giudice Antonia Cozzolino ha statuito che la causa della patologia accusata dall’uomo, così come era avvenuto anche per la prima circostanza, è derivata dalla somministrazione di un vaccino mal conservato dalle strutture sanitarie del comune di San Lucido, non dotate di adeguata cella frigorifera.
In particolare i giudici hanno accertato che la poliomielite contratta è stata causata ai due neonati dall’antipolio tipo “Salk” mal conservato e quindi alterato, che veniva inoculato ai citati destinatari per via parentale dall’ufficiale sanitario del comune di San Lucido, dopo un’insistente campagna di vaccinazione per prevenire la dilagante poliomielite del tempo.
Dopo anni di lotta i due sono stati risarciti per l’ingiusto danno subito. In definitiva, possono ritenersi oggi finalmente soddisfatti dopo il lunghissimo calvario. A San Lucido nel 1958 i due erano stati sotto posti come tanti neonati del piccolo comune a vaccinazione antipolio.
I due casi di poliomielite che hanno avuto il giusto indennizzo a distanza di un anno l’uno dall’altro non sarebbero stati gli unici della zona. Anzi, la provincia di Cosenza ha conosciuto picchi molto alti. Come ministro della sanità Giacomo Mancini (ex sindaco di Cosenza) ripropose il modello di assistenza pubblica e gratuita, dotando il Sud e la Calabria di strutture ospedaliere degne di un paese civile e riuscì quindi a debellare la poliomielite attraverso l’uso del vaccino Sabin superando ritardi e resistenze di ogni genere. Ma in precedenza, senza ospedali nella zona tirrenica, c’era anche un altro problema: reperire dei luoghi dove conservare adeguatamente i vaccini. E così molti si ammalarono.