Mancini del Centro regionale trapianti della Calabria: “I genitori conoscevano la volontà di Sara Frangella. Gli organi donati ad 8 pazienti in attesa di trapianto”. Il Comune di Santa Maria del Cedro ha attivato il servizio di dichiarazione della volontà.
SANTA MARIA DEL CEDRO – “Grazie a Sara e ai suoi genitori abbiamo salvato 8 persone”.
A dirlo è Pellegrino Mancini, coordinatore del Centro regionale trapianti della Calabria. Sara Frangella è la 19enne morta ieri a seguito delle ferite riportate nell’incidente di venerdì scorso a San Lucido. Proprio a seguito dello schianto avevano perso la vita sul colpo due coetanee: Ida e Filomena.
Negli istanti successivi alla constatazione del decesso di Sara presso l’ospedale di Cosenza i genitori hanno acconsentito alla donazione degli organi a persone che ne avevano bisogno.
L’occasione per raccogliere questa storia toccante è stata fornita da un incontro con la stampa nel comune di Santa Maria del Cedro. L’ente da oggi è uno dei pochissimi comuni calabresi in cui è possibile registrare la propria dichiarazione di volontà sulla donazione di organi e tessuti al momento del rilascio o rinnovo della carta d’identità.
Come Sara Frangella ha salvato 8 vite
“Questa notte – racconta Mancini – è successo ciò che al Meridione raramente accade. I genitori di Sara hanno acconsentito alla donazione degli organi. Sapevano di fare la cosa giusta perché conoscevano la posizione della figlia su questo punto. Anzi, confido che hanno trepidato a che arrivasse in tempo il nulla osta dalla procura e permettere così ad altre persone di vivere”.
Otto per la precisione. Nella notte di ieri, dal Friuli e dal Lazio, si sono mosse con urgenza due equipe mediche specializzate per l’espianto, rispettivamente, di cuore e fegato. Il primo andrà a un paziente di Udine mente il fegato sarà diviso tra due giovani. I reni resteranno in Calabria e salveranno altri due pazienti. Il pancreas è stato destinato a Milano. Le cornee, infine, saranno destinate a due pazienti a Catanzaro.
“Al Sud Italia – ha spiegato ancora Mancini – la norma, purtroppo, è l’opposizione dei congiunti alla donazione. È un trend che riguarda tutte le regioni del Meridione, mentre nel Centro Nord su questo aspetto c’è una maggiore apertura. La Toscana è senz’altro la regione modello”.
Donazione degli organi: la Calabria è ancora indietro
In Calabria, solo per fare un esempio sui dati raccolti dal Crt, abbiamo addirittura indici in calo. La ritrosia dei congiunti ad autorizzare la donazione dipende da molti fattori. Da quelli culturali fino al deficit di informazione.
“Nella maggior parte dei casi – prosegue Mancini – in famiglia non se ne parla mai e non si comprende il significato della donazione. Per questo, al momento opportuno, chiediamo ai famigliari cosa pensava in merito la vittima e non cosa ne pensano loro. È una questione delicata perché il momento in cui chiediamo l’assenso al famigliare è chiaramente drammatico. Ma bisogna anche pensare che un giorno potremmo essere noi in lista d’attesa per un organo. In quel momento staremmo lì a sperare che da qualche parte ci sia un donatore”.
Come spiega il coordinatore del Crt calabrese, sulla questione c’è un imbarazzante silenzio dei media e uno scarso interesse dell’opinione pubblica. Inoltre, vanno messi in conto anche preconcetti e convinzioni errate.
“Gli organi di una persona affetta da determinate patologie – risponde Mancini – non possono essere utilizzati. Ma a volte c’è la convinzione che lo stesso discorso valga per soggetti con particolari abitudini riconosciute dannose. E’ il caso dei fumatori, o per persone anziane. Questo perché non molti sanno che i donatori di particolari organi possono essere anche 60enni, nel caso del cuore. Addirittura 90enni per donare il fegato.
Il Crt – prosegue – opera secondo protocolli che garantiscono la trasparenza, la sicurezza e anche la qualità della donazione. Siamo interfacciati a un sistema nazionale e nel momento in cui abbiamo la disponibilità di organi vengono vagliati alcuni criteri del richiedente. Tra questi, la compatibilità e l’urgenza del caso per individuare la scelta più corretta”.
Ora la dichiarazione è possibile anche a Santa Maria del Cedro
Reggio Calabria, Catanzaro, Cosenza, Rende, Mendicino, Taurianova. Sono gli unici sei comuni calabresi su un totale di 409 ad aver attivato il servizio di registrazione della dichiarazione di volontà sulla donazione di organi e tessuti al momento del rilascio o rinnovo della carta d’identità. Ad essi, si aggiunge dunque Santa Maria del Cedro.
Oggi, alla presenza del dottor Mancini, si è svolto un momento formativo con gli operatori dell’ufficio comunale Anagrafe, Natale Ursino e Antonio Miraglia. Con il sindaco Ugo Vetere, erano inoltre presenti Stefano Adduci, assessore all’Ambiente, ed Emanuela Dito, assessore alla Cultura.
“Senza la sensibilità che ho riscontrato tra gli operatori di questo ente – sostiene Mancini – questo servizio di sostengo alla donazione non ha senso. Spetta a loro il preciso impegno di informare il cittadino di questa possibilità nel momento in cui richiede per la prima volta o rinnova il documento d’identità”.
In questi giorni sarà vagliata la possibilità di effettuare la dichiarazione di volontà anche prima della scadenza del documento, ma – è stato chiarito – sono già molti i modi per esprimerla. In realtà basterebbe anche solo parlarne con i famigliari più stretti, esternarla chiaramente. O portare con sé insieme ai documenti di identità un semplice foglio di carta contenente la dichiarazione di volontà alla donazione degli organi in caso di morte. E ancora, è possibile rivolgersi alle aziende sanitarie o al proprio medico curante.