DI CATERINA PROVENZANO*
PAOLA – Lettera aperta al sindaco e al responsabile Utc del Comune di Paola.
Scrivo per informarvi che in data 16 gennaio u.s., recandomi presso i locali della sede dell’Unione nazionale per la lotta all’analfabetismo (Unla) di Paola presso piazza Madonna del Carmine in Sotterra, ho trovato la porta d’accesso totalmente aperta e con la serratura forzata e rotta.
Accedendo all’interno ho constatato con rammarico e incredulità che l’edificio non era più lo stesso di prima, di pochi giorni prima, quando lì programmammo con i soci del direttivo le attività del dopo-Natale. E la prima attività sarebbe dovuta essere quella sera stessa con un convegno in sede.
Ho stentato a riconoscerlo, l’edificio. Carriole, cemento, calce, pietre e cazzuole sono ciò che i miei occhi hanno visto insieme a muri scrostati evidentemente da operai edili.
In una stanza un ammasso indefinito. Una forma geometrica simile a qualcosa di astratto. L’atmosfera mi sembrava surreale. Non sono riuscita a scorgere i beni mobili dell’Unla, le suppellettili, le scrivanie, le scaffalature, i libri, le sedie, i quadri, i computer, le stampanti, le fotocopiatrici…
In quel momento non ho pensato. Non ho neanche respirato.
Alcuni operai sopraggiunti mi hanno riferito che erano in corso dei lavori di adeguamento commissionati dal Comune di Paola e così via. Mentre annuivo per la cortesia ricevuta, in realtà ho capito solo una cosa: non c’era niente di cortese in quello scempio istituzionalizzato.
Perché alla sottoscritta – in qualità di dirigente dell’Unla di Paola – non è giunta alcuna comunicazione ufficiale, o per le vie brevi, dagli organi preposti? Perché una violazione di domicilio così eclatante?
Ho iniziato a pensare che quanto accaduto fosse di una gravità inaudita. Non avremmo ostacolato i lavori, anzi. I due locali dell’edificio sono stati concessi al nostro ente con nulla osta dal sindaco già diversi anni or sono con modalità di “comodato d’uso gratuito”, quindi non avremmo ostacolato i lavori, ripeto. Sicuramente se lo avessimo saputo avremmo messo in sicurezza le attrezzature dell’Unla più delicate, quali i computer, le stampanti, il videoproiettore, le fotocopiatrici. Avremmo portato via i libri mastri, finanziari, quelli dei verbali, quelli del prestito bibliotecario. Avremmo messo negli scatoloni le collane editoriali, le riviste, i libri più rari e preziosi, quelli che sono lì dal 1950, l’anno dell’apertura dell’Unla a Paola ad opera del Ministero della Pubblica istruzione, che lo elevò ad ente morale nel 1952.
Libri rari, sapete, alcuni di centinaia di anni. Il valore è inestimabile. Alcuni autografati dagli stessi autori. Vincenzo Padula, Mario La Cava, Corrado Alvaro, Francesco De Sanctis, Benedetto Croce, li avremmo custoditi con cura, anche sotto il letto se necessario, perché i libri si amano, prima ancora di leggerli. Libri che rischiano di essere rovinati o addirittura di essere trafugati dato che la porta d’ingresso è stata forzata. Ho provato a cercare, fare una ricognizione, salvare il salvabile. Ma in quell’ammasso amorfo non ho trovato niente perché era come cercare l’ago nel pagliaio.
Possiamo solo sperare che non sia stato trafugato nulla e che i danni non siano inestimabili.
Alla luce di quanto detto sopra, chiedo spiegazioni esaustive e celeri in merito alle motivazioni che hanno condotto l’amministrazione comunale ad agire con tanta leggerezza e superficialità mettendo a rischio un patrimonio che è di tutta la nostra città. Chiedo ancora di sapere se, dove e come le loro signorie hanno ritenuto opportuno riporre ciò che era più cagionevole e delicato di cui scritto sopra.
L’Unla non può ancora stare con la porta aperta e inoltre bisogna rivedere tutta la nostra attività culturale programmata almeno fino a questa estate con danni onerosi dal momento che abbiamo già preso accordi con specialisti: autori, giornalisti, docenti.
Vi informo che della questione sarà reso partecipe anche l’onorevole Vitaliano Gemelli, presidente nazionale Unla.
*Dirigente Unla