TORTORA – “Le persone. Le persone stanno al centro. Le persone dovrebbero stare al centro”.
Riflessioni. Rese in caratteri per quello spirito da blogger puro che ancora conservo dopo circa 10 anni di giornalismo.
Riflessioni indotte dalla scena di un film visto di recente, incentrato sui problemi del mondo del lavoro italiano e, mai come oggi, spalmate sul mio caso da fresco disoccupato.
Sulla mia condizione da “senza lavoro”.
Questo periodo di inattività che ha coinvolto anche questo blog-sito-spazio (chiamatelo come volete) mi ha insegnato qualcosa. Perché ho avuto il tempo di fermarmi e riflettere su quello che mi è successo negli ultimi anni, su quello che ho visto e vedo intorno a me, sul territorio che abito.
È il rispetto per le persone che manca. E la crisi che viviamo ha solo peggiorato le cose. Si proteggono posizioni (lavorative o sociali) a dispetto del rispetto per gli altri. Perfino del rispetto che ognuno di noi dovrebbe a sé.
Siamo negli anni in cui mantenere una delle posizioni di cui prima presuppone l’essere disposti a tutto. C’è chi fa leva sulla crisi per travestire i diritti in piaceri personali facendoli diventare fiction mentre il mondo reale viene propinato in chiave “prendere o lasciare”.
Ad esempio, un contratto (Oscar come attore non protagonista della fiction) non c’è. E anche quando c’è … beh, a volte il contratto c’è, ma non si vede.
Dall’altra parte della barricata c’è chi passa sopra ad ogni cosa, accetta di tutto, tollera l’inaccettabile.
Ecco allora che la persona sparisce, il valore della dignità è dileggiato, è perso. E la schiavitù economica e morale che ne deriva viene camuffata da ambizione.
Mi rivolgo a coloro che hanno avuto la pazienza di arrivare fin qui: non fraintendetemi. Sto parlando di questioni che conosco fin troppo bene e non semplicemente per averle osservate. Di siffatte viltà mi sono macchiato anche io. Ho solo provato a venirne fuori esercitando l’ultima arma rimasta a disposizione: la scelta.
Ho scelto di dire no. Ho scelto di accettare la rottura di un rapporto lavorativo ed umano. Ho scelto di decelerare. Non ho scelto di avere meno soldi, bensì di avere meno schiavitù. Consumo di meno, vivo di più. Nell’indigenza ho scoperto la gioia del donare il poco che si ha. E ho capito cosa voleva dire chi diceva che “pensiamo di possedere cose che in realtà ci posseggono”. E ho anche aperto un po’ di più gli occhi sulle persone.
Esistono pessime persone, ma per fortuna ne esistono anche di buone, anzi ottime. Ci sono “poveretti di spirito” e altri che hanno tanta dignità quante sono le ferite sul loro orgoglio. Ci sono personaggi che mentre ti dicono “Io sono una persona per bene” contemporaneamente ti stanno affamando negandoti un diritto. Ma ci sono persone oneste che hanno quattro soldi e fanno quadrare i conti anche quando sembra davvero impossibile. E senza imbrogliare.
Ci sono persone che ci hanno provato, non ci sono riusciti e hanno deciso di stendersi da qualche parte ad osservare il tempo che scorre. Altri che invece non ci riusciranno mai, ma non smetteranno di provarci.
Ci sono persone e noi le metteremo al centro. Al centro delle storie che vi racconteremo sin da oggi: 17 novembre 2015, giorno in cui blogtortora.it compie 9 anni.
In questo periodo siamo stati qualcosa e anche niente. Dipende dai punti di vista. Alcuni emigrati ci hanno detto che siamo stati un ottimo ancoraggio alle proprie radici. Per qualcuno siamo stati una “piazza funzionante laddove non ce ne sono di reali” (cit.). Per altri, invece, “un blogghettino del cazzo” (cit.) che però ha “ispirato” la creazione di nuovi siti.
Così ci vedono dall’esterno. Non siamo certi che queste visioni siano aderenti alla realtà, ma alcune le troviamo lusinghiere.
Siamo più certi di come ci vediamo. Blogtortora.it è un sito, un blog, uno spazio (chiamatelo come volete) curato da giornalisti e aperto al contributo di chiunque abbia qualcosa da dire. Dal sindaco di un paese, alla casalinga annoiata. Dall’imprenditore al lavoratore e fino al disoccupato. Dallo studente fuori sede all’emigrato di vent’anni fa. Dal pensionato che osserva i cantieri dei lavori pubblici al turista che ci visita ogni tanto, che lo fa da sei lustri o che magari deciderà di farlo dopo averci letto. Tutte queste persone avranno questo mezzo a disposizione per esprimere un’opinione. Lasciando un commento, inviandoci uno scritto e chiedendone la pubblicazione o curando una rubrica.
Le persone che visitano e usano blogtortora.it sono il vero staff.
Le firme? Beh, quelle ci sono. Altre ci sono state ed ora non ci sono più, ma pazienza. Ci sono anche persone che c’erano e che poi non ci sono più. Quel che conta è che restino (o almeno tornino) i valori ed i princìpi.
NOTA: La stesura di questo editoriale è stata effettuata ascoltando:
“Ágætis byrjun” e “Takk” dei Sigur Ros e “In a safe place” dei The Album Leaf di cui consigliamo l’ascolto. Blogtortora.it: tutta un’altra musica.
Finalmente siete tornati…. I pensieri peggiori mi erano passati x la mente, tutti gli stereotipi legati al sud italia che ricordiamoci, ci sono e non sono solo pregiudizi, mi avevano intristito. La mentalita’ chiusa e retrograda di certa politica, cambiera’ solo quando i cittadini lo vorranno per davvero e questo blog puo essere utile a far capire che sapere e’ meglio e che volendo le cose possono migliorare, per la sanita’, viabilita’, scuola, lavoro…. che sono diritti di un popolo civile e non concessioni, regalie di certa politica.
Grazie mille Pierpa. Le tue parole ci sono di incoraggiamento.
In questo lungo periodo di assenza mi sono chiesto il perché del silenzio di Blogtortora, oggi leggendo l’editoriale molte cose mi sono più chiare, ogni mattina comincio la mia personale rassegna stampa leggendo gli articoli scritti da Lei e dai suoi collaboratori, un ottimo lavoro che apprezzo e spero come me altri lettori.
Le consiglio di aprirsi a più vetrine virtuali possibili, oltre a Facebook anche Twitter e Google+
Un saluto e buon lavoro
Grazie mille Ciccio, anche a nome degli altri collaboratori del sito: Pierina Ferraguto e Francesco Maria Storino.