CRONACA

Plinius II, Iacovo e Valente i nuovi capi

I dettagli dell’operazione Plinius II: Carmelo Valente e ad Emilio Iacovo i nuovi boss della ‘ndrina Valente-Stummo dopo l’ondata di arresti del 2013.


SCALEA – Carmelo Valente e Emilio Iacovo erano diventati i nuovi capi della ‘ndrina “Valente-Stummo”.

Testa bianca e lo stalliere di Cetraro – così erano riconosciuti nella zona dell’Alto Tirreno cosentino – sono le due figure centrali dell’operazione Plinius II, eseguita ieri dai carabinieri del comando provinciale di Cosenza, al termine delle indagini della compagnia di Scalea.

A Carmelo Valente e ad Emilio Iacovo viene riconosciuto il ruolo di dirigenti dell’associazione ‘ndranghetistica scaleota che in collegamento con il clan Muto di Cetraro porta avanti le faccende di famiglia.

La scalata ai vertici arriva dopo gli arresti del 12 luglio 2013 con l’operazione nota come Plinius I che di fatto ha portato alla disarticolazione della cosca “Valente-Stummo”, operante a Scalea e nei paesi vicini. L’attività portava all’arresto di capi e gregari della ‘ndrina, composta da due fazioni, una facente capo a Pietro Valente, l’altra a Mario Stummo, lentamente entrate in contrasto tra loro per la supremazia del territorio.

Così Carmelo Valente, in sostituzione del fratello Pietro, con l’aiuto di Iacovo, si impone come nuovo capo della famiglia. È lui che commissiona estorsioni a commercianti ed imprenditori, in alcuni casi – come emerge dalle indagini – partecipando personalmente. Ed è sempre lui che determina le condotte dei suoi fiduciari, tra cui Luigino Valente, Anthony Johnny Della Montagna e Luca Carrozzini.

Emilio Iacovo è invece il rappresentante dei Muto. È lui che nomina ufficialmente Carmelo Valente quale referente con funzioni di capo della ‘ndrina di Scalea. Lo stalliere di Cetraro interviene soprattutto per porre definitivamente fine alle controversie tra le due fazioni.

Ma gli Stummo non stanno a guardare. Dal carcere Mario Stummo continua a dirigere i suoi fiduciari, avvalendosi soprattutto della collaborazione della sorella Alessandra, madre di Alvaro Sollazzo, che durante i colloqui riesce a far sapere ai familiari detenuti quello che accade fuori. Attraverso la donna, i capi della famiglia Stummo veicolano i messaggi all’esterno, continuando ad impartire ordini.

La famiglia così si riorganizza e attraverso Ettore Arcuri, Giuseppe Misiano, Edone Esposito, Ferdinando Aliberti, Gian Claudio Lombardo, Giuseppe Crusco e Alessandro Stummo, continua a estorcere soldi con atti intimidatori e violenze.

La figura di Carmelo Valente emergeva nel panorama criminale scaleota già nel 2000 quando, con una sentenza passata in giudicato, veniva riconosciuto come promotore del sodalizio, capeggiato dal fratello Pietro, dedito alle estorsioni e al traffico di stupefacenti. Viene anche coinvolto nell’inchiesta Plinius I, ma per lui nel 2013 non scatta l’arresto per insufficienza di elementi fino ad allora acquisiti.

Il suo riconosciuto ruolo apicale, al centro di queste indagini, lo porta al carcere. Dalle attività degli investigatori emerge più volte che “testa bianca” ha preso in mano le redini della cosca riuscendo a prevalere sulla fazione Stummo. Supremazia ormai risaputa. Nel caso specifico delle estorsioni si ripetono più episodi in cui le tangenti vengono richieste da entrambe le famiglie. “Ce la siamo già vista con capa bianca” si legge spesso nelle intercettazioni trascritte nell’ordinanza.

Pierina Ferraguto

Giornalista pubblicista dal 2013. Laureata in Filosofia e scienze della comunicazione e della conoscenza all'Università della Calabria. Dal 2006 al 2008 lavora come stagista nella redazione di Legnano de Il Giorno. In Calabria lavora con testate regionali di carta stampata e televisive.

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