PAOLA – La Procura della Repubblica di Paola ha chiesto il rinvio a giudizio delle persone indagate in merito alla frana che ha interessato nel 2012 la collinetta su cui sorge l’ospedale San Francesco.
Nei prossimi giorni sarà dunque fissata la prima udienza dinanzi al Giudice per le udienze preliminari del tribunale di Paola. La decisione giunge dopo che agli inizi di dicembre scorso il Pubblico ministero Maria Camodeca ha chiuso le indagini.
Gli indagati sono i due proprietari di un’immobile costruito sulla collina, una villa, il direttore dei lavori e l’allora responsabile dell’ufficio tecnico del Comune. L’ente è costituito come parte civile.
La procura di Paola ha indagato su circostanze precise sin da subito. L’ipotesi è che a generare la frana siano stati i lavori di sbancamento del terreno nei pressi della villa e il non corretto posizionamento di alcune gabbionature che avrebbero dovuto, invece, consolidare l’area.
Un’ipotesi confermata anche dalla perizia oggetto dell’incidente probatorio richiesto dal PM e svolto davanti al giudice per le indagini preliminari lo scorso maggio.
Eppure, solo due giorni prima dell’udienza sull’incidente probatorio, il Tar della Calabria, aveva accolto il ricorso dei proprietari della villa e annullato un’ordinanza di demolizione proprio dell’ufficio tecnico comunale che aveva ritenuto abusive le opere realizzate.
Il tribunale amministrativo calabrese ha deciso in tal senso ritenendo “carenti” le motivazioni per la demolizione contenute nell’ordinanza anche in riferimento ai lavori di sbancamento e di consolidamento.
Nella sua sentenza, il Tar ha inoltre sottolineato la contraddittorietà dell’ente che – in definitiva – ha prima autorizzato le opere “anche con ordinanze urgenti”, come nel caso delle gabbionature, per poi dichiararle abusive. Secondo i giudici amministrativi il comune sarebbe dunque andato a traino del sequestro disposto dalla procura.