SCALEA – Dopo averlo picchiato lo hanno lasciato solo in casa per ore. Sono stati arrestati i genitori del bimbo di cinque anni che lo scorso luglio a Scalea era stato riempito di botte e abbandonato in lacrime. A seguito di accurate indagini, i carabinieri della locale compagnia hanno eseguito due ordini di custodia cautelare con l’accusa di maltrattamenti e abbandono di minore.
Il padre, ventottenne pakistano è stato trasferito al carcere di Paola. Alla madre invece, trentenne lituana, sono stati concessi gli arresti domiciliari e la custodia del figlio dopo aver seguito per mesi un programma di reinserimento del minore in famiglia.
I fatti risalgono a fine luglio. Il bimbo viene lasciato in casa, un appartamento in via Tommaso Campanella, dopo aver subito violenze da parte dei genitori. Alcuni vicini lo sentono piangere e lamentarsi e non riuscendo a contattare i genitori si rivolgono ai carabinieri. Insieme agli agenti della polizia municipale di Scalea, i militari fanno irruzione in casa e davanti a loro trovano il piccolo in lacrime, spaventato e con evidenti segni di maltrattamento.
In quella stessa circostanza i carabinieri allertano il 118 per un immediato soccorso. Dopo le prime cure, il bimbo viene trasferito d’urgenza all’ospedale Iannelli di Cetraro. I medici riscontrano subito lividi ed escoriazioni su tutto il corpo, ecchimosi al torace, al dorso e alla spalla. Ricoverato, il bimbo resta in ospedale con una prognosi di 20 giorni, affidato alle cure dei dottori e degli assistenti sociali.
La giovane coppia si era allontanata da Scalea. Dalle indagini dei militari risulta che i neogenitori si erano recati a Napoli, assentandosi da casa per molte ore, dalle 19 fino a tarda sera quando hanno fatto ritorno a Scalea. Subito denunciati, ai due veniva tolta la custodia del figlio.
Ora il bimbo sta bene ed è tornato a vivere insieme alla madre che comunque dovrà scontare i domiciliari. Fino a pochi giorni fa il piccolo è stato assistito dal personale dei servizi sociali in una casa famiglia di Cetraro, dove ha seguito un programma di reinserimento in famiglia al quale è stata sottoposta anche la madre.