PAOLA – I porti fantasma del Tirreno cosentino.
In alcuni casi con iter avviati e impantanati non si sa in quale melma burocratica. E poi Consigli di amministrazione che tanti denari sono costati e costano ai comuni. Di portualità sul Tirreno se ne parla da mezzo secolo.
A Paola si era pensato a una darsena negli Anni ’50 poi però il progetto è tramontato. E così è nata l’idea di un porto turistico vero e proprio agli sgoccioli del secolo scorso. A inizio 2000 si costituisce il primo Cda della Porto dei Normanni Spa. Indagini della procura, quote e affidamenti societari sospetti e così la società tramonta e ne nasce una nuova: la Marina San Francesco di Paola che ha promesso di dotare la città di una struttura completa e funzionale.
A Diamante non va meglio. La storia del porto affonda le sue radici nel 2000 con un bando di gara della Regione Calabria per l’affidamento in concessione dei “Lavori di ristrutturazione e completamento del molo ricovero natanti da diporto del e della sua successiva gestione”.
Solo nel 2009, dopo un lungo e articolato iter amministrativo e burocratico, è stato possibile procedere all’approvazione del progetto esecutivo e all’aggiudicazione definitiva dei lavori e della successiva gestione dell’opera, in favore dell’Aati Icad Srl – Diamante Blu Srl.
I lavori, iniziati nel 2010, sono stati più volte sospesi dalla Soprintendenza per i beni archeologici della Calabria per il rinvenimento di reperti archeologici nello specchio d’acqua dell’area portuale e allo stato attuale sono ancora fermi e il Comune ha ottenuto qualche mese fa il decreto di Verifica di assoggettabilità a Valutazione di impatto ambientale (Via), relativamente al progetto di variante. Ma i lavori non hanno preso a distanza di quattro mesi ancora il via.
A Tortora del porto si parla invece da 40 anni. È notizia recente che un fondo di investimento con sede a Dubai, negli Emirati Arabi Uniti, sarebbe interessato ad investire sull’Alto Tirreno cosentino per la realizzazione di un approdo turistico.
Ci sarebbe stato anche un incontro informale con l’amministrazione comunale di Tortora, in municipio.
La realizzazione di un porto nell’area al confine tra Calabria e Basilicata è un tema di cui si parla da decenni. Le varie amministrazioni comunali hanno riproposto l’opera per poi puntualmente riporla nei cassetti. L’ultimo tentativo risale al 2009 quando la Giunta Silvestri ottenne dagli enti preposti l’approvazione in merito a un progetto preliminare del porto turistico di Tortora al quale però l’attuale governo cittadino non ha inteso conferire continuità.
Sul Tirreno cosentino rimane solo quello di Cetraro. Poi altri piccoli porticcioli ad Amantea, San Lucido e Belvedere Marittimo. E progetti, tanti progetti.