PAOLA – Un nuovo sit-in di protesta per accelerare i tempi del processo Marlane è previsto per domani mattina di fronte al tribunale di Paola in occasione della ripresa delle udienze.
L’attenzione degli ambientalisti, fautori della protesta, è ora tutta spostata sulla bonifica dei terreni dell’ex area industriale di Praia a Mare.
Tra i reati ascritti agli imputati nel procedimento penale, 13 tra amministratori Marzotto e quadri della Marlane, c’è l’inquinamento ambientale, nella fattispecie dei terreni che circondano l’impianto industriale dismesso nel 2004.
Secondo alcune perizie svolte sull’area, su mandato della Procura della repubblica di Paola, attorno alla Marlane sarebbero state sversati rifiuti provenienti dalla lavorazione industriale testimoniate dalla presenza di sostanze nocive in concentrazioni fuori norma e rilevate in seguito a campionatura mediante scavi.
“La Marzotto vorrebbe il silenzio sull’inquinamento dei terreni Marlane” dichiara Giovanni Moccia, presidente del Comitato per le bonifiche dei terreni, dei mari e dei fiumi della Calabria. “Domani – prosegue Moccia – saremo di fronte al tribunale per un sit in di appoggio al processo per velocizzarne le udienze con una nuova calendarizzazione”.
L’attenzione, però, resta alta anche sul versante delle morti bianche e delle malattie degli operai della fabbrica tessile a causa di patologie tumorali. A quanto si apprende, non è bastato il risarcimento delle parti costituitesi come offese nel processo da parte dei responsabili civili Eni e Marzotto. I circa 20 mila euro incassati dagli oltre 200, tra operai ammalati ed eredi di quelli defunti, non sarebbero ritenuti sufficienti e pare che un nuovo gruppo di persone sia pronto a costituirsi in sede civile quando il ramo penale del processo sarà concluso.
Nell’udienza di domani riprenderà l’ascolto dei testimoni dei responsabili civili e potrebbe essere la volta buona per avere notizie sulla nuova perizia ambientale demandata dal tribunale ad un pool di esperti. Scaduto il termine di consegna dei due mesi concessi dalla corte, l’esito dell’indagine sarebbe dovuto essere presentato alle parti nell’ultima udienza del 2013. Ma, in quell’occasione, il presidente del tribunale Domenico Introcaso ha reso noto di non aver ricevuto alcuna comunicazione dai 4 esperti né sul risultato del loro lavoro, né circa una richiesta di proroga né tanto meno una domanda di autorizzazione a svolgere campionamenti nell’ex area Marlane, posta ancora sotto sequestro.