Considerato uno dei fiduciari del capocosca Pietro Valente, appena rientrato dall’Inghilterra, Zaccaro si è costituito così come aveva fatto sapere tramite il suo avvocato.
Il trentenne scaleoto era sfuggito al blitz dello scorso 12 luglio che ha portato agli arresti 38 persone, tra cui il sindaco di Scalea Pasquale Basile e 4 assessori e alcuni dipendenti comunali, oltre gli altri esponenti del clan Stummo-Valente.
Dopo le formalità di rito al comando dei carabinieri della compagnia di Scalea, Zaccaro è stato trasferito al carcere di Castrovillari, a disposizione dell’autorità giudiziaria.
Già noto alle forze dell’ordine, è conosciuto dai militari come assiduo frequentatore di Pietro Valente e suo stretto collaboratore nelle attività illecite. Nell’inchiesta condotta dalla Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro è descritto come uomo di fiducia del clan che eseguiva disposizioni, commetteva atti di intimidazione, avanzava richieste estorsive con minacce e violenze, e teneva i contatti con le imprese che dovevano aggiudicarsi gli appalti comunali.
In particolare, Zaccaro si è occupato di porto, rifiuti e terreni demaniali. Durante gli arresti di Pietro Valente, lo ha sostituito in qualità di referente dei camorristi della cosca Cesarano proprio nella gestione dell’appalto relativo alla costruzione del porto, tenendo aggiornato l’avvocato Mario Nocito, che dalle indagini della Dda risulta essere il collante tra la politica e la ‘ndrangheta locale.
Sempre insieme a Mario Nocito, Zaccaro è interessato della costituzione di una società che avrebbe dovuto ottenere la concessione per la costruzione di un centro di compostaggio.
In materia di rifiuti, si è anche prodigato per far rispettare le volontà di Valente nella gestione del personale addetto alla raccolta.
Tramite Nocito, faceva avere le indicazioni del boss al sindaco Basile in merito all’assegnazione dei lotti demaniali, da aggiudicare in particolare alla sorella dello stesso Valente.
E poi la gestione dei parcheggi. Zaccaro e Nocito, intercettati nello studio legale, discutono animatamente della vicenda e di comune accordo se la prendono con Basile e Galiano che inizialmente non avevano voluto affidare l’affare parcheggi alla cooperativa indicata dal clan.
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