LAINO – La centrale Enel di Laino Borgo verso la chiusura: una vittoria degli ambientalisti, una sconfitta per l’occupazione.
Quella di oggi è stata una giornata decisiva per la vicenda dell’impianto elettrico sul Mercure e potrebbe mettere la parola fine su una vicenda ormai decennale.
Il Consiglio di Stato, infatti, ha invalidato l’autorizzazione che la Regione Calabria ha concesso nel 2010 al colosso energetico italiano per convertire una delle linee di produzione dell’impianto a combustione di biomasse e con riduzione della potenza fino a 35 watt.
“Una sentenza che prefigura la chiusura dell’impianto – si è affrettata a dichiarare l’Enel in una nota – e dunque alla perdita di 150 posti di lavoro. L’azienda – conclude il comunicato – ha investito 70 milioni di euro per realizzare una moderna centrale a biomasse vegetali di piccola taglia e con standard di qualità ambientale molto elevati”.
Alla base della decisione della sesta sezione del supremo organo di giustizia amministrativa, un vizio procedurale. Non di certo l’unico dell’intera vicenda partita nel 2002 con l’autorizzazione della Provincia di Cosenza e che, negli anni, ha visto coinvolti, la Provincia di Potenza, le regioni Calabria e Basilicata, il Parco Nazionale del Pollino oltre ai comuni di Rotonda e Viggianello.
La decisione del Consiglio di Stato arriva a pochi giorni dall’appoggio alla riattivazione della centrale fornito quasi a sorpresa dal ministro dell’Ambiente, Corrado Clini, presente a Rotonda per una verifica dei danni dell’incendio nel parco del 16 luglio scorso.
E proprio alla figura e alle parole del rappresentante del Governo Monti hanno fatto riferimento sia il Comitato pro centrale che Felice Belissario, presidente dei senatori Idv.
Il parlamentare ha espresso soddisfazione per la decisione del Consiglio di Stato, ribadito l’incompatibilità della centrale con l’area protetta calabro-lucana e contestato le aperture all’opera del ministro dell’Ambiente.
Il Comitato per la riattivazione, invece, ha proclamato lo stato di agitazione dei lavoratori e chiesto l’intervento di Clini e Monti mentre sono in preparazione forme di protesta.