PRAIA A MARE – L’Alto Tirreno cosentino guarda sempre più con interesse al Lagonegrese per la sua domanda di sanità.
Il punto di riferimento sanitario costituito un tempo dall’ospedale di Praia a Mare è ormai venuto meno. La Regione Calabria dopo aver scontentato un comprensorio di oltre 50mila abitanti, privandolo di una struttura funzionale alla sua vocazione turistica, dimostra ancora la sua inefficienza governativa predisponendo riconversioni delle strutture in forte anticipo rispetto agli studi di fattibilità.
E se le strutture di riferimento dovrebbero essere gli inadeguati spoke di Cetraro e Paola, raggiungibili attraverso altrettanto inadeguati collegamenti viari, ecco che il quadro è completo.
Vale dunque la pena informarsi per bene su cosa offre la vicina Basilicata.
Partiamo da Lagonegro. Qui, a breve, partiranno i cantieri del nuovo ospedale per acuti. Opera avveniristica, pensata in tempi non sospetti, costerà oltre 80milioni di euro per oltre 200 posti letto. Intanto resta in piedi il San Giovanni dove è stata concentrata l’attività di medicina per acuti.
Già perché, pur non essendo in regime di rientro dal deficit sanitario, la regione Basilicata ha provveduto al riordino ospedaliero con propria legge. Per questo motivo, è cambiato il volto di altre due strutture, ancor più vicine geograficamente al Tirreno cosentino: gli ex ospedali di Maratea e Lauria.
Oggi sono strutture distrettuali, con punto territoriale di soccorso per assicurare l’emergenza urgenza e l’attività ambulatoriale potenziata.
Maratea offre posti letto di Rsa, residenza sanitaria assistita, proprio come la Casa della salute di Praia a Mare, ma ne presenta ben 10 esclusivamente dedicati ai pazienti che soffrono di Alzheimer e si punta a creare un polo riabilitativo.
A Lauria sono rimasti i servizi, lungodegenza e riabilitazione su tutti, e si prospetta un polo pediatrico.
Obbiettivo: potenziare l’assistenza sul territorio in particolar modo a pazienti cronici, come nel caso dell’oncologia. Insomma, qui si va verso il potenziamento dell’assistenza pressoché domiciliare mentre sull’Alto Tirreno cosentino ci si affida alla speranza… oppure alla migrazione sanitaria.
Salve,
Ho seconda casa a Tortora Marina, ma personalmente non ci torno da 4 anni, quest’anno tornerò per la prima volta con le mie bimbe, e mi preoccupa questa notizia dell’ospedale, se ho capito bene, l’ospedale è stato riconvertito, non ho capito bene in cosa, ma il pronto soccorso c’è ancora?
Grazie.
figurati!!!! nessuna offesa e tantomeno le scuse…
saluti…
Pietro 2012 legge nella mente del gestore. 🙂
@Picconatore: (fra poco Andrea ci richiamerà all’ordine, invitandoci a vederci di persona, prendendoci magari a ‘palate’, ma fuori dal blog).
Sul “sardagnuolo” caschi male: sono sardo e sardagnuolo (che poi sarebbe il ciuccio sardo) cresciuto e pasciuto “anche” in Calabria. Vedi, la differenza tra sarcasmo e ironia sta nel fatto che il sarcasmo è una forma di ironia +/- larvatamente offensiva, mentre l’ironia semplice, per natura, è un delicato sfottò che fa sorridere. Di solito.
Per chiudere in bellezza, incasso il sardagnuolo sorridendo, e rinuncio allo “storpiamento” dei Calabresi e dei Lucani. E se davvero ti ho offeso, ti chiedo scusa, non era nelle mie intenzioni.
x pietro e ciccio. se qualche volta vi trovate con un sardo
dategli del sardagnulo, male che và gli dite che un pò
di sarcasmo nn fa male.
@Ciccio: così è, e così spero che sempre sia, poiché senza un pizzico d’ironia saremmo fottuti del tutto.
@Picconatore: a meno che non sia lui redivivo, di picconatore ne ricordo solo uno, che di ironia ne aveva da vendere; e, nascondendoli sotto l’ironia, si è portati nella tomba segreti che agli italiani avrebbe fatto piacere conoscere. Non credo sia il tuo caso. Non c’era nulla di offensivo nel termine ‘basilicati’ come non c’è nulla di offensivo quando dico ‘calabrotti’ per calabresi; e neanche quando, in contrapposizione ai nordici (abitanti del nord), chiamo ‘sudici’ quelli del sud. Che, per esperienza diretta e attuale, quanto a pulizia non hanno da imparare niente da nessuno; e, in questo caso, le eccezioni non confermano la regola.
@picconatore,non voglio fare l’avvocato difensore ma credo che il sig. pietro 2012 sia consapevole che gli abitanti della Basilicata su chiamano Lucani,ogni tanto bisogna leggere tra le righe il sarcasmo che qualcuno di noi usa nei commenti..
x pietro 2012-gli abitanti della basilicata si chiamano lucani..
@Ciccio: la mia era una battuta che di scherzoso aveva solo i numeri; per il resto concordo sull’idea, che tra l’altro mi pare giri da tempo in questo Alto Tirreno disastrato e massacrato. Non so se abbiamo rappresentanti in alto loco, ma se ce ne fosse uno che prendesse in mano l’operazione, e questa andasse a buon fine, avrebbe un monumento o una piazza assicurati in ogni paese coinvolto. E se il buon Andrea la rilanciasse qui nel blog giorno dopo giorno, credo che sarebbe la goccia che fa crepe nella roccia. Salutare Cosenza, in primis, e poi Catanzaro e Reggio, a scendere in ordine geografico, sarebbe un bel modo per ricominciare davvero tutto da capo.
@pietro 2012, la mia non e’ una boutade,dico solo che per i riggitani siamo troppo periferici,mentre per i basilicati come li chiami tu potremmo essere piu’ appetibili..
Ciccio siamo in due… Considerando che, metaforicamente, siamo quattro gatti, abbiamo la maggioranza quasi assicurata. Inizia le operazioni di passaggio, ammesso che la Lucania ci accetti. Ma, dopo che Lega ha adottato Balotelli come “padano di colore”, abbiamo buone speranze che i basilicati superino le diffidenze nei nostri confronti.
referendum per cambiare regione,questa e’ la ricetta
non c’è dubbio, la migrazione sanitaria avveniva già prima figuriamoci ora. va detto che la qualità sanitaria non è sinonimo di riduzione della spesa o piano di rientro, ma di piano sanitario che mette a centro le peculiarità delle strutture, l’orografia dei territori e la riduzione del privato . se a questo aggiungiamo la salvaguardia degli interessi legati alla sanità privata attraverso la dismissione del pubblico, ovviamente i risultati non possono altro che essere incremento della spesa (altro che piano di rientro). Tra l’altro le scelte scellerate di politici incapaci, che non tengono conto dei flussi turistici nell’alto tirreno, sta a significare una volontà chiara che di questo territorio gli interessano solo i voti e che sotto un pseudo piano di rientro si celano interessi lobbisti. Siamo sempre contro corrente, L’AMERICA ESTENDE DIRITTI noi li riduciamo.
C’è solo il problema dell’inoltro dei pazienti a strutture extra regionali. Il 118 risponde da Cosenza e può dirigere i pazienti solo verso gli ospedali calabresi. Mi pare, ma non sono sicuro, che chi volesse essere ricoverato nelle strutture potentine dovrà farlo con mezzi propri o con un’ambulanza a pagamento diretto. E in caso di grave urgenza, passando dal pronto soccorso di Praia, la destinazione non potrà che essere Cetraro o Paola o Cosenza o Lamezia, o oltre ancora in caso di mancanza (probabile, soprattutto nel periodo estivo) di posti letto. Senza fare il menagramo, mi piacerebbe sapere se il signor Scopelliti e il resto della ciurma che ci governa (maggioranza e opposizione, che al di là delle belle parole, sono famiglia unica), in caso di necessità sanitarie personali troverebbe gli stessi ostacoli che trovano, e vieppiù troveranno, i cosiddetti cittadini normali (quelli che pagano le tasse anche per mantenere i loro privilegi) per riuscire a curare un bene come la salute, senza prendere a schiaffi i propri cittadini. Faccio finta di fare corna e bicorna per scongiurare la possibilità ventilata, ma confesso che lo faccio molto malvolentieri, oserei definire questi gesti scaramantici “contro natura”.